Verrà discussa al Senato il 26 luglio alle ore 10 la mozione di sfiducia nei confronti della ministra del Turismo, Daniela Santanchè. A chiederla è stato il gruppo del M5s. “Mi auguro che sia condivisa il più possibile”, ha commentato Stefano Patuanelli, al termine della conferenza dei capigruppo in programma a Palazzo Madama. La mozione era stata annunciata dal gruppo M5S durante l’informativa che Santanchè aveva tenuto lo scorso 5 luglio sempre in Senato. Un intervento durante la quale la ministro (sulla cassa Covid) e ha elencato una serie di omissioni e mezze verità. Il Partito democratico, al di là delle tensioni per l’iniziativa unilaterale dei Cinquestelle, ha già chiarito di voler votare per la sfiducia.

“Come M5s siamo convinti che ci debba essere un limite anche all’indecenza: chi ha mentito davanti al Parlamento non può fare il ministro. Punto”, ha dichiarato in una nota la capogruppo M5S in commissione Attività produttive, Emma Pavanelli. “Su tutto il resto si può discutere, e se Meloni ha davvero a cuore il turismo italiano farebbe dimettere la ministra tra 5 minuti, magari affidando la gestione politica di questo settore a una figura dalla credibilità non compromessa, al contrario di ciò che avviene oggi con la Santanchè”. Pavanelli nella nota parla di “un avanspettacolo indecente”.

Il riferimento è alle ultime attività della ministra: lunedì il Cdm ha varato anche un pacchetto di misure che la stessa Santanchè ha definito una “rivoluzione industriale del turismo”. Le norme riguardano anche l’Enit e la guida turistica nazionale. Oggi sempre Santanchè ha commentato i dati resi noti da Cna Turismo e Commercio: “La recente indagine di Cna aggiunge un’altra tappa di sorpasso sul 2019: per luglio, infatti, sono previsti oltre 19 milioni di arrivi e 81 milioni di pernottamenti, per un giro d’affari di 10 miliardi di euro”. “È un segnale importante – ha aggiunto ancora Santanchè – che segna il trend positivo del settore che, grazie anche al lavoro che il ministero metterà in atto con il nuovo piano industriale, non può che consolidarsi e crescere nel tempo portando un contributo fondamentale per l’economia nazionale”.

Anche il Pd è tornato all’attacco: “Non si tratta di giustizialismo: noi chiediamo alla Santanchè di fare un passo indietro per tutelare il prestigio e il lavoro dell’istituzione che presiede, non essendo in grado, al momento, di fornire risposte chiare e inequivocabili sulle accuse di illecito sulla gestione delle sue aziende mosse direttamente dai suoi dipendenti, che ci hanno messo la faccia”, ha dichiarato Chiara Gribaudo, deputata e vicepresidente del Pd, nell’interpellanza al governo sulla ministra del Turismo. Le ha fatto eco il l deputato Pd Emiliano Fossi: “La ministra Santanchè rappresenta perfettamente questa destra incapace, arrogante e che pretende di governare al di sopra delle regole, penalizzando i deboli e sfruttando i lavoratori”.

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