Anni fa lessi un interessante articolo in cui il giornalista invitava a riflettere circa il fatto che l’italiano chiami l’automobile “macchina”. Non c’è nessun popolo che chiami l’automobile macchina. Questo inconsciamente testimonierebbe il legame indissolubile, l’assoluta familiarità tra l’italiano e la scatola mobile. Sarà per questo che gli amministratori pubblici sono assolutamente restii, se non contrari, a vietare l’utilizzo dell’automobile anche quando questa scelta sia dannosa non solo all’ambiente e al territorio, ma anche agli interessi della comunità locale.

Il Piemonte da questo punto di vista fa scuola. Limitiamoci alle strade di montagna, cioè quelle che percorrono territori più delicati. Vediamo, partendo da nord, la strada asfaltata che sale da Ceresole Reale al colle del Nivolet. Diversi anni fa ci fu un gran movimento soprattutto da parte del mondo ambientalista perché la strada fosse chiusa al traffico privato e fosse consentito il transito solo al pullman navetta. Siamo all’interno di uno dei parchi fiore all’occhiello dell’Italia, il Parco Nazionale del Gran Paradiso, e la soluzione aveva una sua logica: ambientale, certamente, ma anche economica, visto che il fermare i mezzi privati a Ceresole Reale avrebbe innescato sicuramente una microeconomia. Pensate alla gente che si fermerebbe a comprare nei negozi o farebbe colazione, o affitterebbe una bicicletta magari, oggi, elettrica.

Tutto quello che si poté ottenere, vista la fiera opposizione delle amministrazioni locali, fu la chiusura al traffico privato dal Lago del Serrù (m. 2275) al Colle del Nivolet (m. 2612). Dal lago possibilità di salire sulla navetta, quest’anno solo dal 9 luglio al 27 agosto. La montagna partorì il topolino.

Scendiamo nelle Alpi Cozie: è la volta della Strada dell’Assietta, strada militare in terra bianca che attraversa i territori dei Comuni di Sestriere, Usseaux, Salbertrand, Pragelato, Fenestrelle ed Exilles, in buona parte nel parco del Gran Bosco di Salbertrand, ha una lunghezza di circa 36 km e corrisponde alla Provinciale 173 del Colle dell’Assietta, passata ufficialmente nel 2021 dal demanio militare a quello della Città Metropolitana di Torino. Anche qui percorso magnifico, in altitudine, che raggiunge i 2550 metri, e che le conferisce il titolo di strada militare più alta d’Europa: sarebbe una bella pubblicità anche all’estero renderla silenziosa. E infatti anche qui, anni fa, le associazioni ambientaliste chiesero a gran voce che la strada fosse chiusa al traffico motorizzato. E anche qui orecchie da mercante da parte delle amministrazioni. Quindi eccola aperta al traffico e pure senza pedaggio nei mesi di luglio e agosto, fatti salvi i giorni di mercoledì e sabato.

Ci spostiamo ancora più a sud, sempre in un parco, si noti, questa volta delle Alpi Liguri. Siamo sull’Alta Via del Sale, da Limone Piemonte a Monesi, anche qui un’antica strada militare di suggestiva bellezza, tutta in quota, che raggiunge l’altitudine di 2250 metri. E sulla strada si può sempre transitare con i mezzi a motore, dal 19 giugno al 15 ottobre, ma il transito è stato monetizzato: 20 euro per le auto e i quad, 15 per le moto, un euro per le bici (da Limone Piemonte), con un limite giornaliero di 80 auto e 140 moto. Chiusura settimanale martedì e giovedì.

Insomma, il mito dell’automobile è duro a morire, anche dove ambiente e territorio consiglierebbero la contemplazione e il silenzio. Salvo i suoni della natura.

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