Nelle stesse ore in cui Napoli si infiammava di Cultura un balordo bruciava la Venere degli Stracci, installazione di Pistoletto in pubblica piazza. Non una piazza qualsiasi, ma piazza Municipio. Praticamente davanti al balcone del sindaco. Luogo presidiato 24h dalla Polizia. Complimenti al Prefetto Palomba. E come se davanti a Palazzo Marino, di fronte al Teatro La Scala, qualcuno accendesse un rogo e nessuno se ne accorge. Uno schiaffo alle istituzioni.

Proprio mentre riaprono 1200 metri quadrati spalmati di libri, 42mila titoli esposti, con fila di ore per partecipare alla festa del libro. Mentre il Teatro San Carlo, il più antico al mondo, celebrava una chiusura di stagione strepitosa con La Patetica di Čajkovskij e vola al Festival di Avignone. Ovviamente il nome della sinfonia è solo una coincidenza. Napoli è un Kosmos fatto di opposti, di simboli arcani, da un lato si celebra la Cultura dall’altro la si riduce a cenere. Foto e video dello show del brutto della diretta in fiamme sono diventati virali. Tra l’altro avevano detto che l’installazione era di materiale ignifugo. Si è visto, si è incendiata come un fiammifero.

Ritorniamo all’altra faccia della cultura. “Mia madre ne sarebbe commossa. Vedere una fila kilometrica per entrare in libreria…”: Carlo Feltrinelli, erede di un impero di libri, ricorda la madre Inge, un monumento dell’editoria non solo nazionale.
Neanche durante la lunga festa dello scudetto si era vista una fila così lunga dal dirimpettaio Tim un bacio con selfie davanti alla Coppa dei campioni lì esposta in bacheca. E parliamo di Piazza dei Martiri, la nostra Place Vendome, il salotto della città.
La storia di famiglia è incorniciata in galleria. Tutto cominciò nel 1957 su intuizione di Giangiacomo Feltrinelli, che due anni prima aveva fondato la casa editrice, apre a Pisa, vicino all’università la prima libreria che introduce il modello a libero servizio. Anno fortunato quel ’57 perché Giangiacomo pubblica in anteprima mondiale il dottor Zivago di Boris Pasternak, censurato in Unione Sovietica. È stato il primo best seller dell’editoria mondiale. Nel 1958 pubblica il Gattopardo. Nel 1968 la casa editrice pubblica in anteprima mondiale Diario in Bolivia di Ernesto Che Guevara e la prima traduzione internazionale di Cent’anni di Solitudine di Gabriel Garcia Marquez.

Oggi si contano ben oltre un centinaio di librerie in tutta Italia. Solo a Napoli ce ne sono 5, compreso stazione e aeroporto e cerca una location al Vomero, quartiere in pieno rispolvero da intelletto/chic. Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ne sarebbe proprio contento. Lui che ha fatto suo l’articolo 9 della Costituzione: promuovere lo sviluppo e la conoscenza della cultura.

Il nuovo design di piazza dei Martiri regala al libro una piena centralità, con la presenza a scaffale di 42.000 titoli dislocati lungo tutta la superficie di vendita, di circa 1.200 metri quadri. Duemila invitati, mille i libri acquistati. Tra i titoli più venduti Le regole dello Shangai di Erri De Luca e Una storia di Sara di Maurizio De Giovanni. La presenza degli scrittori/celebrities premia per il firma copie con selfie.

Fra le novità: via i cd e i dvd ( roba obsoleta) e ritornano alla grande i vinili di cui Carlo è un grande collezionista.
“Siano stati tremebondi, pensavamo che non aprisse più… Correva voce che al suo posto avrebbero fatto un garage o un supermercato” l’avvocato Leonardo Novelli si avvicina a Carlo. Sguardo stupito: “Perché mai, anche la funicolare di Chiaia chiude per lavori e poi riapre…” Sì, vabbè, ma si può andare a piedi. Invece senza libri non si vive bene…”.

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