Ciclo illegale del cemento, reati contro la fauna e ciclo dei rifiuti sono le tre principali filiere delle ecomafie, su cui nel 2022 si è registrato il maggior numero di illeciti contro l’ambiente. Dall’abusivismo agli appalti, al primo posto c’è proprio il ‘cemento illegale’. Se i reati ambientali, nel loro complesso, sono in lieve crescita (+0,3%), il settore conta oltre 12mila illeciti solo nel 2022, quasi il 40 per cento del totale, con una crescita del 28,7 per cento rispetto al 2021. A fare il punto è il nuovo rapporto Ecomafia 2023, realizzato da Legambiente. I reati contro l’ambiente, nel 2022, sono 30.686, una media di 84 al giorno, 3,5 ogni ora. Crescono anche gli illeciti amministrativi, più di 67mila, con un incremento sul 2021 di oltre il 13 per cento. Sommando queste due voci (reati e illeciti amministrativi), le violazioni delle norme poste a tutela dell’ambiente sfiorano quota 100mila (97.716 quelle contestate, 268 al giorno, 11 ogni ora).

I reati che crescono di più – Per quanto riguarda il ciclo illegale del cemento, crescono del 26,5% le persone denunciate (12.430), del 97% le ordinanze di custodia cautelare, che sono state 65, del 298% il valore dei sequestri e delle sanzioni amministrative, per oltre 211 milioni di euro. Viene stimato in crescita, da 1,8 a 2 miliardi di euro, anche il business dell’abusivismo edilizio. Seguono i reati contro la fauna con 6.481 illeciti penali (+4,3% rispetto al 2021) e più di 5mila persone denunciate (+7,6%). Scende al terzo posto il ciclo illegale dei rifiuti con una riduzione di quasi il 34% del numero di illeciti penali (a quota 5.606) e di oltre il 40% delle persone denunciate (6.087), anche se aumentano le inchieste in cui viene contestata l’attività organizzata di traffico illecito di rifiuti (268 contro le 151 del 2021). Crescono anche gli illeciti amministrativi (10.591, +21,4%). Al quarto posto, dopo il terribile 2021, i reati legati a roghi dolosi, colposi e generici (5.207, con una riduzione del – 3,3%). In aumento i controlli, le persone denunciate (768, una media di oltre due al giorno) e i sequestri (122). Un capitolo a parte viene dedicato all’analisi delle attività di forze dell’ordine e Capitanerie di porto nel settore agroalimentare, che hanno portato all’accertamento di 41.305 reati e illeciti amministrativi. Sul fronte archeomafia, sono 404 i furti d’arte nel 2022.

La corruzione ambientale – A preoccupare è il virus della corruzione ambientale: censite, dal 1 agosto 2022 al 30 aprile 2023, 58 inchieste su fenomeni di corruzione connessi ad attività con impatto ambientale. Fanno riflettere anche il numero e il peso dei Comuni sciolti per mafia (22 quelli analizzati nel Rapporto, a cui si è aggiunto il recentissimo scioglimento di quello di Rende, in provincia di Cosenza) e la crescita dei clan mafiosi. Dal 1994 ad oggi sono 375 quelli censiti da Legambiente. Il fatturato illegale delle diverse “filiere” analizzate nel Rapporto resta stabile a 8,8 miliardi di euro.

Le Regioni e le province colpite dalle ecomafie La Campania si conferma al primo posto per numero di reati contro l’ambiente (4.020, oltre il 13% del totale nazionale), persone denunciate (3.358), sequestri effettuati (995) e sanzioni amministrative comminate, più di diecimila. Seguita dalla Puglia, che sale di una posizione rispetto al 2021, con 3.054 reati. Terza la Sicilia, con 2.905 reati. Sale al quarto posto il Lazio (2.642 reati), che supera la Calabria, mentre la Lombardia, sesta con 2.141 infrazioni penali e prima regione del Nord, ‘scavalca’ la Toscana, in settima posizione. Balzo in avanti dell’Emilia-Romagna, che passa dal dodicesimo all’ottavo posto, con 1.468 reati (circa il 35% in più rispetto al 2021). A livello provinciale, Roma con 1.315 illeciti si conferma quella con più reati ambientali. Tra le new entry si segnala la provincia di Livorno, nona in graduatoria, con 565 infrazioni.

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