Prima le indiscrezioni del New York Times, seguite da quelle del Washington Post. Ma quelli che finora erano soltanto rumors sui principali organi di stampa americani, hanno ricevuto la loro conferma: il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan, nel corso di un briefing alla Casa Bianca, ha confermato che gli Usa forniranno bombe a grappolo all’Ucraina, nonostante i rischi per i civili che Kiev si è impegnata per iscritto a minimizzare. E che il presidente e i suoi consiglieri hanno adottato “una decisione unanime” a riguardo. Biden, in un’intervista alla Cnn che verrà trasmessa integralmente domenica, ha rivelato che è stata “molto difficile” ma ha aggiunto che l’Ucraina, a corto di munizioni, le chiedeva e ne aveva bisogno. Il presidente ha precisato che c’era anche la raccomandazione favorevole del Pentagono e che le cluster bomb destinate a Kiev sono compatibili con i pezzi di artiglieria da 155mm forniti dagli Usa e saranno fornite per un “periodo di transizione”, fino a quando le aziende americane non saranno in grado di produrre maggiori munizioni da 155mm di tipo tradizionale.

Per Sullivan la fornitura di queste munizioni “è la cosa giusta da fare ora”. “La Russia ha usato munizioni a grappolo dall’inizio di questa guerra. L’Ucraina ha chiesto munizioni a grappolo per difendersi dall’aggressione russa“, ha dichiarato. “La linea di fondo è questa, riconosciamo che le munizioni a grappolo sono un rischio, ma esiste anche un rischio se i russi prendono più territorio”. Gli Stati Uniti aggirano così una legge nazionale che proibisce la produzione, l’uso o il trasferimento delle “cluster bombs” con un tasso di fallimento superiore all’1%. Più di 120 nazioni – 123 per l’esattezza – hanno aderito alla convenzione che le vieta, ad eccezione di Stati Uniti, Ucraina e Russia. L’Italia l’ha firmata nel 2008 e l’ha ratificata nel 2011, con entrata in vigore dal 2012. L’Onu, così come Parigi e Berlino che sono tra i Paesi firmatari, si sono detti contrari all’invio di queste armi, mentre il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha dichiarato che l’Alleanza Atlantica “non ha una posizione” sul tema.

A fronte della decisione della Casa Bianca, Zelensky ha espresso gratitudine per il nuovo pacchetto di assistenza militare americano, definendolo “tempestivo” e “molto necessario”. “Un pacchetto tempestivo, su larga scala e molto necessario di assistenza alla difesa da parte degli Stati Uniti. Siamo grati al popolo americano e al presidente Joe Biden per i passi decisivi che avvicinano l’Ucraina alla vittoria sul nemico e alla democrazia, alla vittoria sulla dittatura. L’aumento delle capacità di difesa dell’Ucraina – ha aggiunto – fornirà nuovi strumenti per liberare la nostra terra e avvicinarci alla pace”.

Che cosa sono le cluster bombsTrasformano la zona su cui vengono lanciate in un enorme campo minato. Possono rimanere inesplose e mettere in pericolo i civili anni dopo la fine di un conflitto. Sono ordigni progettati per azionarsi quando sono ancora in quota, dopo essere stati sganciati da un aereo o lanciati da sistemi d’artiglieria, e rilasciare nell’area centinaia di piccole bombe che colpiranno indiscriminatamente un’area più o meno ampia di territorio. Non si tratta quindi di armi di difesa, ma di offesa.

Ancora aiuti americani a Kiev – Un portavoce della Difesa americana, il generale Patrick Ryder, ha annunciato che gli Stati Uniti “selezioneranno attentamente” le munizioni a grappolo per l’Ucraina in modo che abbiano un tasso di errore del 2,35% o inferiore, riferendosi alla percentuale di sotto-munizioni trasportate da ogni proiettile che rimarrebbero inesplose. Le munizioni a grappolo rientrano in un ulteriore pacchetto di aiuti all’Ucraina – il 42esimo dall’inizio della guerra – da 800 milioni di dollari che comprenderà anche munizioni per i sistemi di difesa aerea Patriot e per i sistemi missilistici Himars, veicoli corazzati Stryker e munizioni aeree di precisione. La Casa Bianca ha preso in considerazione anche l’approvazione del sistema missilistico tattico a lungo raggio Atacms, che ha una gittata di circa 300 km, sufficiente per colpire obiettivi russi molto dietro le linee del fronte, anche in Crimea da dove partono gli attacchi con droni di fabbricazione iraniana. La Ue intanto accelera verso l’approvazione di un accordo da 500 milioni di euro per rafforzare la produzione di munizioni e missili per l’Ucraina.

Human Rights Watch aveva esortato gli Usa ad astenersi dall’inviarle e la Russia e l’Ucraina a “smettere immediatamente” di usare queste armi, c

Il proiettile in questione e il suo tasso di fallimento – L’arma principale in esame, un proiettile di artiglieria M864 prodotto per la prima volta nel 1987, viene sparato dagli obici da 155 mm che gli Stati Uniti e altri Paesi occidentali hanno fornito all’Ucraina. Nella sua ultima stima disponibile, risalente a più di 20 anni fa, il Pentagono sosteneva che quei proiettili avessero un tasso di fallimento del 6%, il che significa che almeno quattro di ciascuna delle 72 submunizioni trasportate da ciascun proiettile rimarrebbero inesplose in un’area di circa 22.500 metri quadrati, all’incirca le dimensioni di quattro campi da calcio e mezzo. “Siamo a conoscenza di rapporti di diversi decenni fa che indicano che alcuni proiettili da 155 mm hanno tassi di fallimento più elevati“, ha detto un funzionario della Difesa, uno dei sette funzionari del Pentagono, della Casa Bianca e dell’esercito che hanno parlato a condizione di anonimato per discutere la delicata decisione. Il Pentagono ora afferma di avere nuove valutazioni, basate su test eseguiti nel 2020, con tassi di fallimento non superiori al 2,35%.

Onu, Parigi e Berlino contrari. Stoltenberg: “Sull’invio delle munizioni a grappolo decidano gli Stati” – A esortare l’invio di bombe a grappolo è stata la stessa presidenza ucraina e anche oggi il consigliere presidenziale di Zelensky Mykhailo Podolyak è tornato a sottolineare su Twitter che “in guerra il numero di armi conta”, esortando gli alleati a inviarne. E ha anche posto l’accento nello specifico sulle “munizioni a grappolo”. “Nella grande guerra sanguinosa in corso da 16 mesi che predeterminerà il futuro del mondo, se sarà senza legge (russo) o se dopo tutto esisterà il diritto internazionale, il numero di armi conta. Quindi, armi, più armi e ancora più armi, comprese munizioni a grappolo”, twitta Podolyak, invitando ad evitare discussioni sui “piani e le preoccupazioni russe”.

Gli alleati di Washington hanno reagito con prudenza, senza criticare la decisione Usa. Parigi e Berlino hanno spiegato che non seguiranno la mossa di Biden citando la convenzione che hanno sottoscritto. “La Germania ha firmato la convenzione, per noi non è un’opzione”, ha commentato il ministro della difesa tedesco Boris Pistorius, ma allo stesso tempo il portavoce del governo tedesco, Steffen Hebestreit, in conferenza stampa ha dichiarato che “i nostri amici statunitensi non hanno preso alla leggera la decisione” di fornirle, e sottolineato la straordinarietà della contingenza: “Abbiamo a che fare con un contesto speciale in questa situazione. L’Ucraina usa le sue munizioni per proteggere la propria popolazione civile. Si tratta di un uso da parte del governo ucraino per liberare il proprio territorio”, ha dichiarato Hebestreit. “Dovremmo anche ricordare che la Russia ha già utilizzato munizioni a grappolo su larga scala in una guerra di aggressione contro l’Ucraina che viola il diritto internazionale”. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si è detto contrario e ha ribadito di sostenere “la Convenzione sulle munizioni a grappolo (Ccm) e desidera che i Paesi rispettino i termini di tale convenzione. Quindi, di conseguenza, ovviamente, non vuole che ci sia un uso continuato di munizioni a grappolo sul campo di battaglia”, ha aggiunto. Usa, Ucraina e Russia non aderiscono alla convenzione che proibisce l’utilizzo e trasferimento di tali munizioni.

Quanto alla posizione della Nato il segretario generale Jens Stoltenberg ha specificato che l’Alleanza non ne ha una, perché “alcuni Alleati” hanno sottoscritto la convenzione Onu che le mette al bando, e “altri no”, quindi “spetta ai singoli Stati” decidere quali armi e munizioni fornire all’Ucraina. Le munizioni a grappolo, ha detto, “sono già usate nella guerra in Ucraina da entrambe le parti: la differenza è che la Russia le usa per attaccare e invadere l’Ucraina, mentre Kiev le usa per proteggersi dall’aggressore“, ha continuato, precisando di ritenere che si tratti di armi difensive. “Tutti gli alleati concordano sul fatto che dobbiamo fornire sostegno militare all’Ucraina: esattamente quale tipo di armi e di munizioni” vengono consegnate a Kiev “varia a seconda dei Paesi e continuerà a variare”, ha concluso Stoltenberg.

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