È stata arrestata dai carabinieri la cittadina tedesca di 30 anni che mercoledì era alla guida dell’Audi nera che ha travolto una famiglia di quattro persone, uccidendo tre persone, a Santo Stefano di Cadore, nel Bellunese. L’accusa nei suoi confronti è di omicidio stradale plurimo e si sta vagliando l’ipotesi di un uso improprio del cellulare che avrebbe distratto la conducente impedendole di accorgersi del gruppo che stava attraversando la strada. A perdere la vita nell’incidente sono stati Mariagrazia Zuin, 64 anni, suo genero Marco Antoniello, di 48, e il nipote di 2 anni, morto all’ospedale. Con loro c’era la moglie di Antoniello, Elena Potente che ha riportato ferite non gravi.

Per mettere di verificarne l’eventuale uso, il cellulare della cittadina tedesca è stato sequestrato e sarà sottoposto a un’analisi. Sono attesi, probabilmente in giornata, gli esiti degli esami sul sangue prelevato alla donna. Lo scopo è di accertare l’eventuale presenza di alcol o sostanze stupefacenti, che possano aver causato un malore mentre era alla guida. L’arresto è stato deciso comunque in base al quadro indiziario raccolto dopo l’incidente, ossia l’alta velocità del veicolo, le testimonianze e la violenza dell’urto, per cui le vittime sono state scagliate a diversi metri di distanza.

Secondo le prime indiscrezioni, fornite da Il Gazzettino, l’auto, un’Audi, stava viaggiando alla velocità di 160 km/h quando, dopo aver perso il controllo, si è scaraventata con violenza sul marciapiede facendo sbalzare i corpi travolti a una decina di metri di distanza dal punto dell’impatto. Secondo alcune testimonianze, la guidatrice dell’auto si trovava in uno stato confusionale e ha persino “inveito contro i corpi” martoriati sul marciapiede dopo averli travolti.

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