di Arturo Adelfio

Gentile Redazione, sono uno studente siciliano, che studia al Politecnico di Torino. Penso bastino queste poche parole per comprendere quale sarà l’oggetto della mail: il caro affitti.

Attualmente sono locatario di una stanza presso un appartamento gestito da Camplus. Contratto blindato fino a settembre, che deroga le principali norme a tutela degli affittuari, e che pertanto permette di disdire solo per gravi motivazioni quali, ad esempio, morte di un famigliare o dell’affittuario, dandone comunicazione in anticipo. Mi risulta ancora difficile comprendere come possa annunciare anticipatamente che il motivo della disdetta sia la mia dipartita. Ciò nonostante, la mia permanenza fin qui è stata confortevole, a tal punto da voler rinnovare il contratto per l’anno prossimo. È da questo punto che iniziano le anomalie che mi hanno portato a scrivervi.

Camplus mi avvisa tramite mail, che il palazzo in cui risiedo è stato selezionato dal Ministero per essere riconosciuto come dormitorio universitario. Che fortuna, verrebbe da dire. Se c’è di mezzo il Ministero non potranno che aumentare le tutele per noi studenti. E invece no. Alla riga successiva ci viene comunicato che la prenotazione delle stanze sarà sottoposta a un bando ministeriale. Perché? Con quale criterio? La quota di iscrizione a Camplus Network (300€), che siamo stati obbligati a pagare per affittare la casa, non ci garantisce la permanenza?

Domande lanciate nel vuoto. Le risposte arriveranno mesi dopo (cioè, pochi giorni fa), con la pubblicazione del bando impreziosito dal logo del Miur e del Pnrr. Sfogliando le pagine del documento apprendiamo con sorpresa che i prezzi delle stanze aumenteranno del 20%. Nulla da recriminare al privato Camplus, se non ci fosse la partecipazione del Ministero e gli ingenti finanziamenti del Pnrr. Gli aumenti degli affitti sono un fenomeno nazionale e non certo recente. Basti pensare che le stesse stanze che oggi, secondo il bando, verranno proposte in affitto tra i 460 e i 500€, due anni fa costavano appena 350.

Ecco allora che travolto dalla frustrazione mi accingo a scrivervi questa mail. Ma proprio mentre butto giù le prime righe, mi ricordo del numero di FQMillenium, “Ribelli D’Italia”. Conoscendo la vostra sensibilità ai temi giovanili e alle disuguaglianze mi dico che su quel numero non può mancare un’inchiesta sul caro affitti. E di fatti è così. Sfoglio le pagine alla ricerca dell’articolo in questione. Eccolo. Caspita, parla proprio di Camplus!

Leggo l’articolo e torno a scrivere la mail, confortato dal sapere che non sono il solo che si è posto qualche domanda in merito. Sottoscrivo ogni perplessità sulla gestione dei fondi del Pnrr indirizzata ai privati per la creazione di nuovi posti in dormitorio per studenti. Il bando al quale dovrò partecipare, per affittare nuovamente la stanza dalla quale vi scrivo, non contempla requisiti di reddito né tantomeno riduzioni del canone di locazione. Si accede soltanto per merito. Ma cosa sta finanziando, allora, il ministero con i fondi del Pnrr? Non certo nuovi posti letto che, vi garantisco, resteranno invariati rispetto agli scorsi anni. Neppure un effetto calmierante sui prezzi, che con le sovvenzioni europee sono aumentati, anziché diminuire.

Incuriosito dalle motivazioni che spingono il Ministero a elargire fondi europei a Camplus, mi reco sul sito del Mur per leggere il contenuto della riforma 1.7 della missione 4 del Pnrr. Il Ministero si prefigge di incentivare la realizzazione di nuove strutture di edilizia universitaria. A confermarlo ci sarebbe una locandina apparsa sul portone degli alloggi di Camplus, proprio stamani, che riporta: “Finanziato dall’Unione Europea”. Il palazzo tuttavia esiste, ad occhio, da almeno mezzo secolo. Cosa abbia finanziato la Ue, fin qui, resta un mistero.

Ma la riforma non finisce qui. Si pone un ulteriore obiettivo: “ridurre il divario sociale, cercando di garantire un più ampio accesso alle strutture abitative, e la promozione del diritto allo studio”.

Peccato che i posti letto verranno assegnati ai pochi che potranno permetterseli, senza agevolazioni, sconti o selezione che garantisca la priorità a chi ha un reddito più basso. Con tanti cari saluti alla riduzione del divario sociale. Sono perfettamente conscio che serviranno anni per vedere i benefici che, spero, produrranno questi fondi. Ma nel frattempo un giovane che scorge la locandina del Pnrr davanti alle abitazioni gestite da Camplus, in che modo si sentirà aiutato e garantito dallo Stato?

Davanti a queste dinamiche intricate e di paradossale sensatezza non ci resta che pregare. Non per un alloggio, ma per una logica.

Vi leggo sempre con piacere. Complimenti per le vostre battaglie. Fate il lavoro più bello del mondo.

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