“Via da lì, toglietevi di mezzo voi della stampa”. L’ordine perentorio è arrivato da un militare, alto in comando, ed era diretto agli operatori dell’informazione, locali e internazionali. Lo scenario è quello della strage di Kramatorsk, dove lo scorso 27 giugno un missile Iskander russo ha centrato in pieno una scuola. Nel caos emotivo di un attacco di tale portata, un soggetto stava coordinando le operazioni di soccorso. Un uomo massiccio, corpulento, con addosso la divisa militare operativa con due stemmi, uno per ciascun braccio: a sinistra i colori della bandiera ucraina, sul destro le due strisce identiche, orizzontali e ampie, ma con i colori bianco e rosso della Polonia. Chi era l’ufficiale che impartiva ordini e mostrava i canini, lui solo, ostile nei confronti di giornalisti e fotografi? Un volto che non è passato inosservato, comparso nelle cronache polacche e non solo svariate volte per motivi poco limpidi. Si tratta di Piotr Kapuscinsky, Legionario al servizio dell’Ucraina e una raffica di accuse e condanne pesantissime guadagnate in tanti anni di presunto malaffare in terra polacca.

Non parliamo di reati di secondo ordine, quanto della vera e propria appartenenza a quella che in Polonia è considerata la più importante organizzazione criminale di stampo mafioso. Conosciuto ai tempi come Broda (Barba), secondo quanto raccolto dai mezzi di informazione e dai servizi, in Polonia come in Ucraina Kapuscinsky (alias Sasha Kuchisnky) avrebbe ancora delle pendenze giudiziarie a suo carico. Dal suo Paese è scappato quando è scoppiato il conflitto nella vicina Ucraina, a inizio 2014, ma è dall’inizio dell’aggressione russa del febbraio 2022 che Kapuscinsky è tornato in attività entrando a far parte della Legione Internazionale. La situazione di guerra ha praticamente ‘congelato’ le accuse nei suoi confronti, sebbene i vertici dei servizi di Kiev non vedano assolutamente di buon occhio la sua figura. Nei mesi scorsi, il quotidiano Kiev Independent ha mostrato il lato oscuro della presenza di Broda sul fronte di guerra. L’ultimo report nei confronti non solo di Kapuscinsky, ma in generale di una parte, seppur minima, del gruppo militare internazionale è stato pubblicato il 30 novembre scorso. Nell’inchiesta si parla di gravissimi abusi di potere da parte di alcuni leader legionari, facendo riferimento a testimonianze di soldati stranieri arrivati dall’estero per aiutare il governo di Kiev nella guerra contro il Cremlino. Un gruppo militare assolutamente di rilievo, quello creato per contrastare l’aggressione di Mosca all’Ucraina, che però ha visto l’adesione di alcuni personaggi alla ricerca di una seconda ‘verginità’ personale e con altri fini.

In una situazione di escalation totale è normale che personaggi di pessima fama, tra cui l’ex gangster di Varsavia, si mescolino a chi davvero combatte per un ideale virtuoso. I servizi di sicurezza di Kiev starebbero indagando sui movimenti di Broda a est del confine polacco-ucraino, in particolare su possibili appropriazioni indebite di armi leggere. In questi 500 giorni dall’inizio dell’operazione militare speciale voluta da Putin, Kapuscinsky è stato visto operare su più fronti e con diverse mansioni. Da Kiev a Kharkiv, in prima linea o nelle retrovie, ma sempre con degli incarichi ufficiali, fino all’altro giorno, quando si destreggiava tra le macerie dell’ultimo attacco russo sulla popolazione civile.

Le operazioni di soccorso quel giorno erano frenetiche, i Vigili del Fuoco scavavano a mani nude tra le macerie del ristorante della città del Donbass, come sempre molto frequentato. Un bilancio, quello delle vittime, che in quel momento andava aggiornandosi, da quattro a nove e infine a dodici, oltre a settanta feriti. L’attacco è avvenuto nell’area più densamente popolata di Kramatorsk, specie dopo il ritorno di almeno la metà dei residenti originali (140mila abitanti) scappati a inizio aggressione. Era la scena classica successiva a un attacco missilistico: tanta confusione e sentimenti forti, ansia, dolore, attesa, morte e tutto intorno decine e decine di persone, civili per la maggior parte. Alcuni di loro avevano subìto danni ingenti alle abitazioni. A fare da tramite tra i pompieri e le autorità giudiziarie del Donetsk ucraino (l’ufficio del procuratore per i crimini di guerra) che avevano già avviato l’inchiesta di rito c’erano i militari e in una posizione di comando, così è sembrato evidente a tutti, c’era proprio il colonnello – così dicono i gradi sulla divisa – legionario. Una sigaretta dopo l’altra, Kapuscinsky si è fatto notare quasi esclusivamente per la sua volontà di tenere a bada gli operatori dei mezzi di informazione che stavano cercando di fare il loro lavoro. Quando ha iniziato a capire che lui stesso aveva attirato le attenzioni dei giornalisti presenti sul posto, Broda si è dileguato. In pochi minuti è sparito e le operazioni al ristorante Ria di Kramatorsk sono proseguite senza di lui.

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