È bastata una polverina bianca a far scattare l’allarme: domenica sera, 2 luglio, la Casa Bianca è stata evacuata – anche se per breve tempo – dopo la scoperta di una sostanza sospetta, successivamente sottoposta alle analisi di laboratorio. Se non fosse che a un primo test preliminare l’alert era già rientrato, ingenerando però un’altra serie di interrogativi. La polvere infatti non era né antrace né qualsiasi altra potenziale arma batteriologica, ma cocaina.

Sull'”incidente”, riportato dal Washington Post, sono in corso attualmente le indagini dei Servizi Segreti americani, proprio perché al di là dell’allarme rientrato dentro la Casa Bianca c’è qualcuno che ha introdotto della droga. Il portavoce dei Servizi Segreti, Anthony Guglielmi, ha dichiarato che la sostanza sospetta sarà sottoposta ad ulteriori test di accertamento e che le autorità tenteranno di ricostruire come sia arrivata alla residenza del presidente degli Stati Uniti.

La scoperta ha fatto scattare l’allarme di sicurezza e l’evacuazione del palazzo in un momento in cui, ha precisato Guglielmi, il presidente Joe Biden non si trovava all’interno. Il portavoce non ha indicato il luogo specifico del palazzo in cui la polvere è stata rinvenuta, né il metodo di confezionamento, limitandosi a spiegare che la sostanza è stata recuperata durante un controllo di routine dell’edificio.

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