Una maxi-frode fiscale da oltre 160 milioni di euro organizzata in maniera associativa. Con questa accusa sono state arrestate dieci persone – 6 in carcere e 4 ai domiciliari – su ordine del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brescia, al termine di un’inchiesta condotta dalla Guardia di finanza e coordinata dalle pm Carlotta Bernardini e Benedetta Callea della procura bresciana.

Secondo quanto ricostruito nel corso dell’indagine – che conta 80 persone coinvolte, oltre a 48 società, ventuno delle quali straniere – esisteva una vera e propria associazione a delinquere finalizzata all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Sarebbero state costituite complessivamente 32 cartiere, di cui 11 italiane e 21 straniere, utili a generare fatture per operazioni inesistenti con due fratelli bresciani, Massimiliano e Federico Borghesi, titolari di un’azienda di metalli ferrosi, ritenuti ai vertici del gruppo e finiti in carcere.

Sono state effettuate diverse perquisizioni nelle province di Brescia, Roma, Torino, Bergamo, Verona, Mantova, Udine, Cuneo, Monza-Brianza, Cremona e Como. Con il supporto dei ‘cash dog’ è stato trovato un milione di euro in contanti, in gran parte banconote da 50 euro, nascosti a casa dei genitori di uno degli arrestati. Secondo Il Giornale di Brescia, oltre ai fratelli Borghesi, è stato arrestato un un altro bresciano, Roberto De Pedro. Le misure cautelari sono state emesse anche nei confronti di Claudio Romellini, anche lui bresciano, Fabiana Olivo, nata in provincia di Udine, Nicola Ruta, 40 anni, originario di Trani, Giulia Frassinelli, Walter Orami e Andrea Carlino.

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