Nelle aule di tribunale ci sono spesso cameraman, fotografi, fonici. Mai in Italia era capitato di trovarci un illustratore. Il primo disegnatore a ritrarre dal vivo ai processi è Andrea Spinelli, che dal settembre 2022 ha ottenuto dal presidente del Tribunale di Milano il permesso di dipingere quello che vede, previo consenso dei singoli giudici. Tre i principali procedimenti giudiziari illustrati finora: il caso Finetti, dall’udienza iniziale alla sentenza all’ergastolo in primo grado per Lucia Finetti, quello sulla Mensa dei poveri, cioè un presunto sistema di corruzione politica in Lombardia, e il procedimento a Alessia Pifferi, accusata di aver abbandonato e causato la morte di stenti della figlia di un anno e mezzo. A vederlo camminare per i corridoi di Palazzo di Giustizia con la sua borsa di pelle, sembrerebbe un avvocato o un giudice. Invece dentro quella valigetta ci sono decine di fogli giallognoli 300 gr, matite colorate, acquerelli, pennelli. Avvolti in una pellicola trasparente, poi, le autorizzazioni per entrare.

Artista freelance, Spinelli ha iniziato disegnando dal vivo i concerti. “Mentre guardavo una band che mi piace – racconta a ilfattoquotidiano.it – mi sono ricordato di avere in tasca un libro con dei fogli semivuoti. Senza pensarci, ho preso una penna e mi sono messo a disegnare quanto accadeva sul palco”. A fargli notare che quello che stava facendo non era usuale è stato un suo amico, che lo ha spinto a mostrare i suoi lavori ai musicisti. Da lì ha cominciato a farlo come lavoro, oltre che ai concerti, agli eventi privati e per le aziende.

Nato nel 1990 ad Arluno, in provincia di Milano, l’idea di dipingere in un’aula giudiziaria gli è sorta guardando un documentario sulle Bestie di Satana, una setta che operò in zone vicine a quelle in cui viveva. Ma in mente c’era il modello statunitense. “Negli Usa – dice – si chiama courtroom sketching e ai processi è nato negli anni Trenta per un famoso caso di cronaca nera, il rapimento Lindbergh”. All’epoca, era stato sequestrato il figlio dell’aviatore Charles Lindbergh, di 20 mesi. Il bambino fu ritrovato senza vita due anni dopo la sua scomparsa. “Il procedimento penale ebbe un impatto mediatico devastante – racconta Spinelli – tanto che l’ordine federale degli avvocati decise di proibire video e foto dall’aula”. A quel punto, a poco a poco, gli artisti entrarono in tribunale per sostituirsi a fotografi e videomaker.

“Questa tradizione in Italia non c’è mai stata, l’ho conosciuta attraverso i film”, spiega l’artista. Oggi Spinelli è il primo illustratore giudiziario d’Italia, e il suo lavoro è innanzitutto sostenuto dal Palazzo di Giustizia. “La ripresa di scene del processo con il mezzo della ritrattistica – dichiara a ilfattoquotidiano.it il presidente del Tribunale di Milano, Fabio Roia – è un modo gentile per raccontare gli animi e gli stati emotivi delle persone coinvolte nella vicenda processuale penale e si presenta meno invasiva di una rappresentazione con il normale mezzo televisivo”. Quella che Roia ha autorizzato è di fatto una sperimentazione, che non vuole sostituirsi alle riprese. “I due sistemi devono procedere parallelamente, trovando una complementarietà nella narrazione dei fatti”, spiega il presidente.

Per Spinelli è “un misto tra arte e giornalismo”, che permette di raccontare gli umori del processo che non si colgono dalle foto. “C’è una forte intensità emotiva all’interno dell’aula – dice l’artista – si percepisce la tensione, la paura dell’imputato, per esempio. Questi aspetti giustamente non sono raccontati dalle cronache. Io, che non sono un giornalista, posso fare una mia sintesi dei fatti e disegnare tratti che rendono più umana l’esperienza dell’udienza”. Tra le immagini più recenti c’è il ritratto della madre di Alessia Pifferi, Marina Assandri, costituitasi parte civile contro la figlia: Spinelli la ritrae mentre si commuove in aula in preda all’angoscia. Ma c’è anche Lucia Finetti che si dispera mentre le viene letta la sentenza di condanna all’ergastolo per l’omicidio del marito, Roberto Iannello. Per il momento, i disegni non sono pensati per essere venduti, ma iniziano a esserci le prime richieste, anche da parte di avvocati, giudici e la polizia penitenziaria che accompagna gli imputati alle udienze. “Mi chiedono di acquistare gli originali – spiega Spinelli – io vorrei che ci fossero altri disegnatori nei tribunali: è come essere una macchina fotografica umana che usa le tecniche pittoriche”.

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