La Serie B rischia di rimanere con due squadre in meno e dover dare il via al valzer dei ripescaggi. Venerdì sera alle 22.30 la Covisoc, la commissione di vigilanza sulle società di calcio professionistiche, ha infatti contestato ufficialmente le iscrizioni di Reggina e Lecco al prossimo campionato cadetto. Le situazioni dei due club sono molto diversi tra loro, ma il risultato rischia di essere lo stesso: l’ennesima botta alla credibilità del calcio italiano.

La situazione sicuramente più paradossale è quella del Lecco, che compiendo un miracolo sportivo ha vinto i play-off di Serie C lo scorso 18 giugno. Il suo problema riguarda lo stadio. Il Rigamonti-Ceppi è infatti inadeguato rispetto agli standard minimi previsti per la Serie B. La società del presidente Paolo Di Nunno però non ha fatto in tempo a presentare un’alternativa. Infatti, il Lecco aveva deciso di spostarsi all’Euganeo di Padova, ma la mail pec con il via libera del Questore è stata inviata la mattina di mercoledì 21 giugno, mentre il termine scadeva a mezzanotte del 20 giugno. Nonostante la società abbia avuto appena 48 ore di tempo per trovare un nuovo stadio (per via dei play-off cominciati in ritardo), non sono previste deroghe, quindi in base al regolamento il Lecco andrebbe escluso dalla Serie B.

Entro il 5 luglio – il prossimo mercoledì – la società dovrà spiegare la propria posizione, far valere le proprio ragioni. Il club con un comunicato ha annunciato battaglia: “Il Calcio Lecco 1912 comunica di aver ricevuto, nella tarda serata di venerdì 30 giugno, il respingimento dell’iscrizione al campionato di Serie B da parte della Commissione Criteri Infrastrutturali e Sportivi-Organizzativi della FIGC. La Società precisa che presenterà ricorso nelle opportune sedi per far valere le proprie ragioni”. La decisione definitiva spetta al Consiglio federale in programma il prossimo 7 luglio. Poi è possibile ricorrere al Collegio di garanzia presso il Coni, la cassazione della giustizia sportiva. Ma anche al Tar e al Consiglio di Stato per quanto riguarda la giustizia amministrativa.

Diverso il caso Reggina, a cui viene contestata l’iscrizione per via dei debiti del club. In particolare, la Covisoc ha bocciato i calabresi per il mancato pagamento di 780mila euro allo Stato italiano. In questo caso, la Reggina si appella al codice delle imprese che consente alle società in dissesto di posticipare la sanatoria della propria posizione debitoria. Il regolamento sportivo però parla chiaro e prevede che tutte le società non debbano avere debiti con l’Erario, per garantire parità di condizione a tutti i club iscritti al campionato.

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