Tra i detriti riportati in superficie dall’interno del relitto del Titan, il sommergibile imploso durante la discesa che avrebbe dovuto condurre al Titanic inabissato sul fondo dell’oceano (e che invece si è trasformata in tragedia), sono stati recuperati anche presunti resti umani: a riferirlo è la Guardia Costiera americana, che trasporterà i frammenti recuperati nel nord Atlantico in un porto degli Stati Uniti, dove saranno analizzati dai medici.

“Le prove forniranno agli investigatori di diverse giurisdizioni internazionali approfondimenti sulla causa della tragedia. C’è ancora molto lavoro da fare per comprendere i fattori che hanno portato alla catastrofica perdita del Titan e garantire che una tragedia simile non si ripeta”, ha dichiarato Jason Neubauer, presidente del Marine Board of Investigation.

La notizia è arrivata quasi una settimana dopo l’annuncio (in seguito a un massiccio sforzo internazionale di ricerca e soccorso) delle autorità del recupero del relitto del sommergibile, scomparso durante il tentativo di raggiungere il fondo dell’oceano per perlustrare “da vicino” i resti del Titanic.

Secondo quanto dichiarato la scorsa settimana dalla Guardia Costiera, i cinque membri dell’equipaggio che erano a bordo del sottomarino sono probabilmente deceduti sul colpo a seguito di una “catastrofica implosione“.

Concluse le operazioni in mare aperto, i detriti dell’imbarcazione sono stati condotti sulla terraferma al porto di St. John’s, Terranova, nel Canada orientale, e sono stati proprio i media canadesi a mostrare pezzi di quelle che sembrano essere parti dello scafo. La Horizon Arctic, una nave canadese, ha trasportato un veicolo a comando remoto per cercare i pezzi del sommergibile sul fondo dell’oceano.

“Abbiamo terminato la nostra parte in mare”, ha detto all’Afp il portavoce di Pelagic Research Services, Jeff Mahoney, la società che aveva schierato anche il suo robot sottomarino per scansionare il fondo dell’Atlantico. “Questa è stata un’operazione estremamente rischiosa, sia per il robot, sia per l’equipaggio che ha lavorato 24 ore su 24 praticamente senza dormire per tutta la durata dell’operazione”, ha proseguito, confermando che tutte le squadre stanno ora rientrando negli Stati Uniti. Per determinare le cause dell’implosione del sottomarino sono state aperte due inchieste, una da parte del Canada e l’altra degli Stati Uniti.

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