È stato messo in detenzione provvisoria l’agente di polizia che ha sparato al 17enne a Nanterre per non essersi fermato a un posto di blocco. A comunicarlo è stato Pascal Prache, procuratore locale, indicando che dopo aver ascoltato gli agenti di polizia e analizzato i video a sua disposizione, il giudice ha ritenuto che “allo stato attuale delle indagini le condizioni legali per l’uso dell’arma non fossero soddisfatte”. Intanto è stata un’altra notte di fuoco nelle banlieue francesi. Nei disordini sono state arrestate almeno 150 persone, come fa sapere il ministro degli Interni, Gerald Darmanin, che ha parlato di una notte di violenze “intollerabili”, mentre 170 agenti sono rimasti feriti. E il presidente Emmanuel Macron ha deciso di ricorrere a misure più stringenti che saranno decise nel corso della riunione di un’unità di crisi interministeriale (Cic). “Scene di violenza” contro le “istituzioni della Repubblica” che sono “ingiustificabili”, ha commentato il capo dello Stato.

A Mons-en-Baroeul, vicino a Lille, ad esempio i manifestanti hanno parzialmente incendiato il Municipio locale. Secondo il sindaco, Rudy Elegeest, “una cinquantina di individui incappucciati” hanno sparato fuochi d’artificio contro l’edificio. La situazione è “difficilmente” tornata alla calma verso le 4:30 del mattino. Darmanin ha condannato “la violenza intollerabile contro i simboli della Repubblica”: “Municipi, scuole e stazioni di polizia” sono stati “incendiati o attaccati”, ha scritto il ministro sul suo account Twitter. “Vergogna a chi non ha invitato alla calma”, ha aggiunto. Intanto “sono rinviate fino a nuovo ordine tutte le trasferte ‘non prioritarie’ dei ministri del governo francese”.

Nella notte è stata attaccata da una ventina di persone col passamontagna anche la postazione all’ingresso del carcere di massima sicurezza di Fresnes, vicino a Parigi, con uso di fuochi d’artificio. La postazione attaccata dà accesso alle residenze dei sorveglianti del carcere, alla sezione femminile e alla zona infermeria del penitenziario. Appena sferrato l’attacco è risuonato l’allarme, secondo quanto si vede su diversi video postati sui social. “Nessuno è entrato nel recinto della prigione – hanno assicurato le fonti – sono state subito chiamate le forze dell’ordine”. I video in rete mostrano anche incendi appiccati lungo il percorso che conduce alla prigione.

Le autorità sono comunque riuscite a limitare i danni, grazie anche al dispiegamento di ben 2mila tra poliziotti e gendarmi in diverse aree del Paese. Le prime tensioni sono state registrate a Tolosa e a Lille, con incendi di cassonetti e lanci di oggetti contro la polizia. In un quartiere di Tolosa è stata incendiata una jeep. Tafferugli anche a Lille, con un veicolo in fiamme, mentre un corteo pacifico ha percorso le strade di Nantes al grido di “Giustizia per Nahel”. A Nanterre, dove il giovane è stato raggiunto dal proiettile di un poliziotto che lo aveva fermato, diversi edifici pubblici e privati sono stati danneggiati, un incendio è stato appiccato a un edificio e un autobus è stato dato alle fiamme poco lontano, a Grigny. Per tenere sotto controllo la situazione, la prefettura della regione ha autorizzato l’utilizzo di droni per “captare, registrare e trasmettere immagini” relative ad eventuali incidenti.

Secondo quanto riferisce il governo, sono 170 gli agenti rimasti feriti nella notte. “Tutti quelli che sputano sulla polizia e sulla giustizia sono i complici morali di quello che sta succedendo”, ha detto oggi il ministro della Giustizia, Eric Dupond Moretti, in visita al tribunale di Asnières-sur-Seine, vicino a Parigi, danneggiato questa notte durante gli scontri. Un impiegato “ha rischiato di morire bruciato la notte scorsa”, ha dichiarato il guardasigilli.

Anche alla marcia bianca organizzata a Nanterre dalla madre della vittima si sono registrate tensioni tra manifestanti e forze dell’ordine in prossimità della sede della prefettura. Secondo Le Parisien, agenti antisommossa hanno usato i lacrimogeni contro i manifestanti. Alla marcia, secondo stime della polizia, si sarebbero unite circa 6.200 persone. Nelle immagini della folla trasmesse dai media locali spiccano cartelli con slogan come “la polizia uccide” o “giustizia per Nahel” e “per Nahel e per tutti gli altri niente pace senza giustizia”. Nel corteo anche la madre di Nahel, con indosso una t-shirt con la scritta ‘giustizia per Nahel’, un fumogeno in mano, acclamata dalla folla.

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