La tensione tra gli alleati di governo è facilmente percepibile ed è stata anche osservabile visivamente nell’Aula di Montecitorio durante le comunicazioni alla Camera di Giorgia Meloni in vista del prossimo Consiglio europeo. Proprio quando la presidente del Consiglio ha delineato la sua road map sul Mes, è partita una standing ovation da parte dei deputati di Fratelli d’Italia mentre i colleghi della Lega sono rimasti seduti. E’ la rappresentazione plateale delle frizioni interne alla maggioranza.

A rimarcare i distinguo ci ha pensato il vicesegretario del Carroccio parlando con i giornalisti davanti a Montecitorio. In merito al Meccanismo europeo di stabilità (che Meloni ha definito una “polemica interna non utile all’Italia) Andrea Crippa tiene a precisare che il parere della Lega “è lo stesso dell’anno scorso e due anni fa”. Dopodiché, sottolinea, “ci dica Meloni cosa fare“. La palla passa alla premier che “ha l’onore e l’onere di fare il presidente del Consiglio”, sottolinea Crippa che – ribadendo la “lealtà” della Lega – continua: “Esprimiamo una posizione, ma abbiamo la responsabilità di governare un Paese e vogliamo farlo per 5 anni. Meloni negli scorsi mesi ha detto le stesse cose di Salvini sul Mes, attendiamo una sua indicazione per procedere“. E cosa farà la Lega se Giorgia Meloni chiederà di ratificarlo? “Vediamo – ha risposto -, intanto ci dica cosa vuole fare e poi apriremo una discussione, la nostra posizione è chiara, il Mes in questo momento non serve. Per noi sono altre soluzioni per aiutare il debito pubblico. Dopodiché c’è il presidente del Consiglio, ascolteremo lei e vedremo cosa fare”.

Ma il Mes non è l’unico tema caldo che divide Lega e Fdi. In ballo c’è il caso della ministra del Turismo Daniela Santanchè. Il Carroccio era stato il primo partito della maggioranza (poi seguito da Forza Italia) ad avere spinto per un chiarimento della ministra in Parlamento: l’informativa al Senato è stata calendarizzata per mercoledì 5 luglio alle 15.00, ma nella maggioranza il discorso sembra ancora essere molto aperto. Ed è sempre Andrea Crippa fuori da Montecitorio a puntualizzare: “Non mi fido di quello che dice Report, dopodiché sono curioso di ascoltare il ministro Santanché e di aspettare dei fatti un po’ più oggettivi rispetto all’inchiesta di Report. Se poi – continua il vicesegretario della Lega – si dovessero verificare i fatti e dovessero succedere delle evidenze per cui ci sono irregolarità o illeciti, è giusto che il ministro si prenda le sue responsabilità. Aspettiamo in Aula e vediamo cosa dice il ministro”. Andrea Crippa, pertanto, apre alla possibilità che la ministra del Turismo possa fare un passo indietro.

Altro tema di scontro interno è quello dell’immigrazione “un problema enorme che deve affrontare questo governo, i dati sono preoccupanti”, sottolinea sempre Crippa. Per il vicesegretario della Lega, Meloni deve “battere i pugni sul tavolo in Europa sull’immigrazione. Non è un problema italiano ma europeo. L’Europa non lo capisce”, sottolinea. Per Crippa “l’immigrazione regolare, controllata e qualificata è utile per il Paese, mentre i tanti clandestini che stanno arrivando sono un problema per l’Italia e gli italiani. perché non è possibile gestire 50mila arrivi in sei mesi, con i centri di accoglienza strapieni e con persone che chiaramente non avranno nessuna prospettiva né per vivere né per sopravvivere”. “L’Europa dovrebbe aiutare l’Italia, non lo sta facendo – ha continuato il vicesegretario della Lega -: Meloni e il governo, soprattutto la Meloni, devono battere i pugni sul tavolo. Altrimenti, se si va con un atteggiamento soft, credo che sia difficile trovare una soluzione”.

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