Un ruolo chiave lo giocherà l’analisi dei detriti recuperati dai Rov durante le ricerche. Saranno decisivi per far stabilire agli investigatori per confermare o smentire che il materiale usato per costruire il Titan, il sommergibile imploso nell’oceano Atlantico durante un’immersione per vedere il relitto del Titanic, fosse di scarsa qualità. E se questo abbia giocato un ruolo – e quale – nell’incidente. Il sottomarino era stato realizzato in fibra di carbonio per di più di bassa qualità e riciclata dalla Boeing, avrebbe confessato il ceo Stockton Rush – morto a bordo – a un giornalista di viaggio che sarebbe dovuto partire per una missione a giugno.

Secondo le prime ricostruzioni, il sommergibile è imploso poco dopo l’immersione, per questo sarà cruciale analizzare le comunicazioni prima che la nave perdesse i contatti, soprattutto alla luce del fatto che non c’è una scatola nera. Al vaglio ci sono anche gli audio, i registri di viaggio, l’equipaggio: tutto quello che servirà per ricostruire la tragedia del Titan sarà esaminato nelle prossime settimane dal team di investigatori canadesi che è salito a bordo della nave che ha lanciato il sommergibile nelle profondità del mare nel suo ultimo viaggio alla ricerca del Titanic. Sulla Polar Prince, ormeggiata con le bandiere a mezz’asta nel porto di St. John’s, a Terranova, ci sono anche alcuni familiari delle cinque vittime che cercano risposte sull’implosione del sottomarino e la tragica fine dei loro cari.

“Abbiamo avviato un’indagine poiché la nave batte bandiera canadese ed è partita da un porto canadese, anche se il disastro è avvenuto in acque internazionali”, ha spiegato Kathy Fox, presidente del Transportation Safety Board, assicurando che le informazioni raccolte verranno condivise con altre agenzie come il National Transportation Safety Board degli Stati Uniti e la Guardia costiera Usa “entro i limiti stabiliti dalla legge del Canada”.

D’altra parte la Us Coast Guard ha guidato la missione iniziale di ricerca e salvataggio, un enorme sforzo internazionale costato milioni di dollari e la OceanGate Expeditions, la società che possedeva e gestiva il Titan, ha sede negli Stati Uniti, anche se il sommergibile era registrato alle Bahamas. Inoltre le vittime sono cittadini di Gran Bretagna, Pakistan, Francia e Usa. Per questo, nonostante l’iniziativa del Canada, altri Paesi vorranno di certo partecipare ad un’indagine destinata a durare diversi mesi e a essere molto complessa non solo per la difficoltà nel reperire i detriti ma anche per le tante cause che saranno presentate dalle famiglie di Hamish Harding, Shahzada Dawood, Suleman Dawood e Paul-Henri Nargeolet.

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