“Il nostro datore di lavoro due settimane fa ci ha convocati in riunione e ci ha comunicato che il nostro appalto con Amazon cesserà il 31 luglio, perciò dal primo agosto non sappiamo cosa sarà di noi”. A raccontare il modo in cui sono stati dispensati, senza nessuna comunicazione scritta e con pochissimo preavviso, sono gli operai del magazzino Afs Service di Orbassano, che dal 2020 svolge servizi di smistamento e supply chain per Amazon. Nelle scorse settimane il colosso dell’e-commerce si è tirato indietro dopo 3 anni, senza spiegare ai lavoratori le ragioni del dietrofront a parte una nota che parla di “considerazioni commerciali”. Ora rischiano il posto in 137 tra personale assunto a tempo indeterminato e in somministrazione, senza contare i guardiani e gli addetti alle pulizie.

Per questo nella giornata di venerdì 23 giugno i sindacati hanno organizzato un presidio davanti ai cancelli dell’azienda, dentro l’Interporto. “Ci hanno detto che è per motivi logistici e per il calo dei volumi, ma ci pare che col nostro magazzino questo non abbia niente a che vedere”, spiegano. Magazzinieri e carrellisti chiedono di essere ricollocati nel nuovo polo logistico Amazon, costruito poco distante grazie al cambio di destinazione di un terreno agricolo ottenuto dietro la promessa di assumere 500 addetti. “Il sito è ancora fermo perché dopo la pandemia c’è stata una contrazione dei volumi in Italia e all’estero, perciò l’azienda ha messo in standby anche gli investimenti già programmati”, spiega Francesco Imburgia della Filt-Cgil Piemonte, che sta seguendo la trattativa con i vertici. In alternativa alla riassunzione, i sindacati hanno chiesto la cassa integrazione straordinaria. “L’azienda ha tutto l’interesse a riassorbire queste persone anziché formarne di nuove, perché conoscono il mondo Amazon e sanno come si lavora lì dentro”, chiosa Giovanni Milesi, responsabile Cgil per la cintura ovest. Nei giorni scorsi la sigla ha anche scritto una lettera alla sindaca Cinzia Bosso, tra coloro che festeggiarono l’arrivo del colosso in città come “una grande opportunità”. “Vogliamo che la politica promuova un incontro tra parti sociali e aziende per ricollocare questi lavoratori che hanno famiglia”, conclude il sindacalista.

Per il momento Amazon ha replicato con una nota stampa in cui sottolinea di aver “attentamente considerato e soppesato le opzioni prima di giungere a questa decisione. La cessazione del contratto Afs – continua – si basa su considerazioni commerciali, a seguito di un’approfondita valutazione della nostra rete logistica, in risposta all’evoluzione dei requisiti operativi”

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