La tutela del diritto alla salute attraverso un Servizio Sanitario Nazionale e un sistema socio sanitario pubblico e universale finanziato con adeguate risorse e dotato di sufficiente personale (con salari adeguati). E in parallelo il diritto alla sicurezza sui luoghi di lavoro, dove continuano a morire in media tre persone al giorno. Sono le rivendicazioni al centro della manifestazione organizzata per sabato a Roma dalla Cgil insieme a una rete di associazioni – dalle Acli a Forum Diseguaglianze Diversità e Rete dei numeri pari – riunite nell’Assemblea ‘Insieme per la Costituzione’. In piazza ci saranno anche la segretaria del Partito democratico Elly Schlein, il presidente del M5S Giuseppe Conte e il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. Che giovedì si sono visti a Campobasso il cui sindacato è il candidato unitario alle Regionali.

Stando ai dati Ocse la spesa pubblica pro capite in sanità in Italia si ferma a 2.800 euro contro gli oltre 5.800 della Germania e i 4.200 della Francia. E l’ultimo rapporto del Centro per la ricerca economica applicata in sanità (Crea) dell’Università di Roma Tor Vergata mostra che per allinearsi al livello degli altri Paesi europei di riferimento mancano all’appello 30mila medici. Per colmare il gap servirebbero 30,5 miliardi di euro con cui assumere almeno 15mila professionisti ogni anno per i prossimi 10 anni. Nonostante i 7,1 miliardi di euro stanziati dal Pnrr per la sanità, il problema della mancanza di personale non potrà essere risolto dai finanziamenti europei che non coprono quel tipo di spese.

La Cgil e le associazioni che la affiancano chiedono allora di “recuperare i divari nell’assistenza effettivamente erogata, a partire da quella territoriale e dalle liste d’attesa, e valorizzare il lavoro di cura” con “un piano straordinario pluriennale di assunzioni che vada oltre le stabilizzazioni e il turnover“. “Siamo di fronte a dei tagli, il governo riduce la spesa sanitaria”, ha detto venerdì il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ospite di Tagadà su La7. “E questo rafforza la privatizzazione della sanità. E con l’idea folle dell’autonomia differenziata. La sanità pubblica è un diritto che va garantito a tutte le persone”.

Per la tutela della salute e sicurezza sul lavoro, dopo che nei primi 4 mesi dell’anno sono morti 264 lavoratori e lavoratrici che si aggiungono ai 1.090 del 2022, la proposta è quella di rilanciare il ruolo dei servizi della prevenzione, ispettivi e di vigilanza, non concedere finanziamenti alle imprese che non rispettano i requisiti di legalità, applicazione dei Ccnl e che non garantiscono adeguate condizioni di lavoro e delle norme previste in materia di salute e sicurezza, varare la qualificazione delle imprese e la patente a punti per l’accesso alle gare di appalto. Oltre a modificare le norme dell’ultimo codice degli appalti per assicurare le necessarie risorse dedicate alla salute e sicurezza nelle aziende e inserire nei programmi scolastici la materia della sicurezza fin dai primi cicli.

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