di Stefano Briganti

Il 12 giugno è iniziata in Germania Defender 23, la più grande operazione Nato aerea mai fatta. L’intento dichiarato dal coordinatore tedesco dell’operazione è: “essere pronti ad un attacco da est (leggi Russia, nda)”. Quello nascosto è invece “far vedere alla Russia la nostra preparazione, coordinamento e rapidità”. Perchè questa dimostrazione? Perché la Russia dovrebbe attaccare un Paese Nato quando gli “007 occidentali” dicono che le capacità militari di Mosca sono appena sufficienti per la guerra russo-ucraina?

Il tema “Ucraina nella Nato” ha avuto una battuta d’arresto perché non è previsto dalla disciplina Nato che un Paese entri nell’alleanza se c’è una guerra in corso. Infatti se ciò avvenisse allora il “nemico” di quel Paese sarebbe tirato in guerra con la Nato e gli altri Paesi dell’alleanza sarebbero obbligati a intervenire.

La guerra dura da 500 giorni, le perdite nelle truppe sono significative sebbene ci vengano dette solo quelle russe, mentre quelle ucraine vengono taciute. L’enorme quantità di armi occidentali, la guerra economica contro la Russia, l’isolamento di Mosca dalla Ue, le “sanzioni secondarie” non stanno rallentando la macchina bellica russa, come previsto. La guerra, teoricamente, potrebbe “continuare per anni” e “finché ce ne sarà bisogno” (fonte Dipartimento della Difesa Usa).

Kiev è passata da una guerra “difensiva” ad una “offensiva” (contrattacco) e questo mette le truppe ucraine a rischio di alte perdite, cosa dichiarata anche da Zelensky alla vigilia della controffensiva. Kiev deve attaccare e portare risultati tangibili, altrimenti gli alleati potrebbero interrogarsi sull’utilità dell’enorme spesa per armare Kiev. Al momento i risultati sono incerti.

Sul fronte negoziale abbiamo lo scenario occidentale: piano di Zelensky come unica, granitica, opzione. Una legge di Kiev che vieta la negoziazione con Putin e la Russia dichiarato stato terrorista dalla Ue. Quello internazionale: le proposte di Cina, Vaticano, Indonesia, Brasile e Africa rigettate senza appello da Kiev (e alleati), mentre Mosca dichiara che alcuni punti sono validi e apre ad un negoziato. Kiev e gli “alleati” hanno creato un contesto, anche legale-normativo, che impedisce qualunque negoziato.

E’ in questo scenario che si colloca una nuova “creatura” Nato: il Consiglio Nato-Ucraina. “Sarebbe un passo significativo… sederci al tavolo da pari a pari per discutere questioni chiave per la nostra sicurezza”. (J. Stoltenberg). Perché adesso questa nuova iniziativa che si potrebbe leggere come “l’Ucraina è nella Nato anche se non formalmente”? A Kiev serve la Nato, alla Nato serve Kiev e all’occidente servono entrambe per uscire dal conflitto con una umiliante resa incondizionata della Russia (piano Zelensky).

Potrebbe essere messo sul tavolo come una “questione chiave per la nostra sicurezza” il fatto che a Kiev serviranno anche truppe da altri paesi (Nato) per continuare la guerra? Perché Zelensky su Nbc News ha detto: “A questo punto gli Stati Uniti dovranno scegliere tra il collasso della Nato o entrare in guerra”?

Ho l’impressione che la Nato, appoggiata dai Paesi del Baltico, stia valutando un intervento di sue truppe in Ucraina e stia studiando come fare. Mostrare i propri “muscoli aerei” dopo aver raddoppiato le forze armate di terra in Europa, dichiarando di “essere pronti a rispondere ad un attacco dall’est”, dovrebbe funzionare come “deterrente” ad una reazione russa.

La scommessa degli “alleati”, ancora un altro azzardo dopo quello sul possibile uso di armi tattiche non convenzionali russe, è che Mosca di fronte all’alternativa tra dichiarare guerra a quei Paesi Nato che hanno inviato i propri soldati contro i soldati russi o accettare la resa dei “10 punti di Zelensky” opti per la seconda. Io temo invece che la Russia, laddove si verificassero queste condizioni e in assenza di alternative negoziali, se obbligata a dover affrontare una possibile sconfitta, lo farà nell’ambito di una vera terza guerra mondiale.

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