L’alleanza in Molise col Pd non è un’eccezione, quando ci sono presupposti a livello territoriale per un progetto politico insieme noi ci siamo. Io considero il dialogo col Pd quasi naturale, poi su alcune realtà locali riusciamo a convergere, in altri casi non riusciamo a creare queste premesse”. Sono le parole pronunciate a L’aria che tira (La7) dal leader del M55s, Giuseppe Conte, in collegamento da Agnone (Isernia), dove è impegnato insieme alla segretaria del Pd Elly Schlein nella campagna elettorale per le regionali in Molise.

Accanto a Conte, c’è anche Roberto Gravina, candidato della coalizione di centrosinistra (o meglio, ‘campo progressista’, come ci tiene a sottolineare il leader del M5s per marcare le distanze con Italia Viva, che invece sostiene il centrodestra).
“Abbiamo trovato un brillante interprete – spiega Conte in riferimento a Gravina – è una persona seria e competente, con esperienza. Quindi, abbiamo facilmente potuto convergere su di lui”.

Resta però il grande nodo: la posizione diversa tra Pd e M5s sull’invio di armi in Ucraina. “Il Pd – osserva Conte – ha maturato sin dall’inizio una posizione diversa dalla nostra. E noi l’abbiamo criticata perché per noi questa strategia militare non può che portare all’escalation senza una via d’uscita. Non posso nasconderlo: su questo la differenza è grande, rilevante e centrale, perché qui non si parla solo del conflitto russo-ucraino, ma anche degli scenari geopolitici per i decenni a venire, della nostra politica estera e delle ricadute che tutto questo ha sul nostro sistema economico-sociale”.

Conte conclude: “Questa differenza tra noi e Pd non si può trascurare. Tuttavia, esistono temi su cui possiamo assolutamente convergere. Posso anticipare che sul salario minimo, nostra battaglia storica, finalmente stiamo raggiungendo una convergenza col Pd. Convergenza che era impensabile nei due governi che ho presieduto”.

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