Dopo le bugie e la ‘beatificazione’ in diretta televisiva al Senato, anche la Camera dei deputati ha dedicato una seduta alla commemorazione di Silvio Berlusconi, morto il 12 giugno scorso a 86 anni. Un copione, quello di Palazzo Madama, che si è ripetuto così anche a Montecitorio, sempre con Gianni Letta ad assistere dalle tribune, ma tra diverse assenze di peso. Tra i banchi del governo c’erano il Guardasigilli Carlo Nordio e il vicepremier forzista Antonio Tajani, mentre non si è vista nell’emiciclo Marta Fascina (che poco prima non aveva risposto alla ‘chiama’ per il voto di fiducia sul decreto amministrazione enti pubblici.
A introdurre la cerimonia è stato il presidente Lorenzo Fontana, che ha invitato l’Aula a raccogliersi in un minuto di silenzio, al termine del quale i deputati hanno fatto partire un lungo applauso che si è protratto per cinque minuti. Ma al quale non hanno partecipato i deputati del Movimento 5 Stelle, dell’Alleanza Verdi Sinistra e parte del Partito democratico. Altri dem, invece, come Enrico Letta, si sono uniti agli applausi. Assenti in Aula anche la leader dem Elly Schlein e il presidente M5s Giuseppe Conte, impegnati in campagna elettorale in Molise.
Gli stessi pentastellati hanno scelto di partecipare senza intervenire: “Il Movimento 5 stelle parteciperà in silenzio alla commemorazione di Silvio Berlusconi alla Camera e nessuno dei suoi deputati prenderà la parola. La scelta, già assunta in Senato, è determinata dal doveroso rispetto per la famiglia di Berlusconi e per la sua comunità politica, ma anche dalla coerenza verso i valori e le battaglie del Movimento 5 stelle. Nei giorni scorsi abbiamo già ribadito le grandi differenze tra la storia politica di Berlusconi e la nostra, così come la nostra forte contrarietà all’istituzione del lutto nazionale per la sua scomparsa e a una narrazione mediatica a reti unificate che ha volutamente rimosso le sue responsabilità politiche e culturali“, avevano spiegato in una nota dal gruppo M5s della Camera.
Eppure l’agiografia del leader di Forza Italia è arrivata con gli interventi dei deputati di maggioranza (e non solo, si è unita tra le altre anche l’ex azzurra Mara Carfagna, ora in Azione). “Dopo la discesa in campo per 30 anni è stato perseguitato da un punto di vista giudiziario e mediatico, ha passato 30 anni a difendersi da accuse infamanti che ne hanno condizionato lo stato di salute, ha dovuto anche subire l’umiliazione della cacciata dal Senato della Repubblica, ma lui ha continuato a lottare fino a che nel Senato ci è rientrato dalla porta principale”, lo ha santificato il leghista Riccardo Molinari. Mentre Tajani lo ha celebrato pure come ‘ultimo tra gli ultimi’ ricordando la pena per frode fiscale scontata ai servizi sociali. E non sono nemmeno mancati gli attacchi rivolti verso il M5s, reo di aver votato contro la diretta tv: “Negarla significa solo che sono passati tanti anni ma l‘odio ad personam continua”, è stata l’arringa di Tommaso Foti, a nome di Fratelli d’Italia.
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