La sua Ktm è stata l’unica moto in grado di spezzare lo strapotere Ducati, che nel Gp di Germania ha piazzato 8 suoi piloti nei primi 9 posti. In mezzo, appunto, il solo Jack Miller, arrivato sesto al traguardo. Un ordine di arrivo che ha esasperato il problema più grande della MotoGp 2023: la mancanza di moto competitive, che siano in grado di tenere il livello di prestazione della Rossa di Borgo Panigale. Miller però non ci sta e se la prende con i suoi colleghi: “I piloti sono pagati per guidare. Invece qui tanti pensano di essere principesse e non fanno altro che lamentarsi delle moto”. Una bordata.

L’attacco diretto dell’australiano all’indomani della gara è stato letto da molti come una critica alla decisione di Marc Marquez di non disputare il gran premio della domenica al Sachsenring: lo spagnolo ha alzato bandiera bianca dopo 5 cadute in un solo fine settimana. Una scelta legittima, viste le enormi difficoltà della Honda che pare inguidabile: altri tre piloti della casa giapponese, Pol Espargarò, Mir e Rins, sono fermi per infortunio. Marquez si è lamentato della moto, ma più che altro ha spiegato che non intende più correre rischi e guidare al limite: finalmente, verrebbe da dire, visti i troppi incidenti di cui è stato protagonista in questa stagione.

Miller quindi dimentica che ad oggi la sua Ktm sembra essere effettivamente l’unica moto in grado di competere con la Ducati. Ma la sua critica va oltre e non riguarda solo Marquez, bensì un certo modo di comportarsi della nuova generazione di piloti: “Le Ducati vanno bene in questo momento, nessuno lo mette in dubbio. Ma non è sempre stato così. Li raggiungeremo. Siamo gli unici a non lamentarci delle nostre moto. Anzi, cerchiamo di fare qualcosa per i problemi che abbiamo. Gli altri fanno i capricci e ripetono che la loro moto è una m**da. Così è troppo facile” ha detto Miller. Che ha poi aggiunto: “La verità è che molti piloti quando sono arrivati hanno preteso i loro uomini, snaturando le squadre, ma ora sembrano fot***i e nessuno vuole fare niente di più che dire che la propria moto è inguidabile”. Insomma, Miller ricorda a tutti che le moto non vanno solo guidate in gara, ma anche sviluppate e migliorate lontano dai riflettori.

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