Un convegno contro la mafia a Palermo in occasione del trentunesimo anniversario della strage di via D’Amelio in cui persero la vita Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta. È questo l’evento dell’estate che Giorgia Meloni e i vertici di Fratelli d’Italia stanno organizzando per mandare un segnale preciso: il governo non arretra nella lotta alla criminalità organizzata. Con un dettaglio non trascurabile: all’evento, che sarà organizzato in un albergo di Palermo, non è prevista la partecipazione del sindaco Roberto Lagalla né del Presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani. Entrambi esponenti del centrodestra ma accusati di essere appoggiati da figure di primo piano della coalizione che in passato hanno avuto condanne per mafia, cioè l’ex presidente della Regione Totò Cuffaro (sette anni per favoreggiamento) e l’ex senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri (7 anni per concorso esterno). È questo fattore ad aver pesato sul mancato invito di Lagalla e Dell’Utri all’evento di Fratelli d’Italia.

Al convegno antimafia del 21 luglio organizzato dall’ufficio studi di Fratelli d’Italia ci saranno invece tutti i vertici del governo. Parteciperà la premier Meloni (anche se non si sa ancora se in presenza o via zoom), il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, la presidente della commissione Antimafia di Fratelli d’Italia Chiara Colosimo e la vicesindaca di Palermo e deputata della commissione Giustizia, Carolina Varchi.

Né Lagalla né Schifani, invece, ci saranno. Il rischio era che la loro partecipazione diventasse oggetto di polemiche perché in contrasto con l’evento organizzato per il ricordo di Borsellino: così i vertici del partito hanno deciso di non invitare né il sindaco né il governatore. Assenza strana, visto che in queste occasioni i massimi rappresentanti istituzionali della città e della Regione vengono invitati per prassi per un saluto istituzionale. Il 21 luglio non sarà così.

La motivazione ufficiale dei vertici di Fratelli d’Italia è questa: “È un evento del partito e né Lagalla né Schifani sono nostri iscritti”. Ma sembra molto una scusa visto che alla kermesse di Milano di Fratelli d’Italia dell’aprile 2022 fu invitato il sindaco Giuseppe Sala, che non solo non è iscritto a Fratelli d’Italia ma è stato eletto in quota Pd con una maggioranza di centrosinistra.

Il legame di Meloni e dei vertici di Fratelli d’Italia con Paolo Borsellino è molto forte. La premier ha ricordato più volte, sia nell’autobiografia “Io sono Giorgia” che nel discorso di insediamento alla Camera, di aver iniziato la sua carriera politica dopo la strage di via D’Amelio “ispirandomi a quell’eroe”. Lo stesso è avvenuto per molti suoi colleghi di Fratelli d’Italia della generazione Atreju. Per questo, il 21 luglio prossimo, vogliono evitare qualsiasi polemica.

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