Il governo cambia la delega fiscale e mette in stand by la sua misura bandiera, la flat tax sugli aumenti di stipendio per i dipendenti. La modifica – “compensata” dall’introduzione di minori tasse sulle tredicesime – è prevista in uno degli emendamenti al testo (sono dieci in tutto) depositati in commissione Finanze alla Camera, dove sono in corso le votazioni agli emendamenti dei gruppi. La principale novità riguarda quindi lo stop, almeno momentaneo, alla flat tax.

Il comma che la prevedeva viene infatti sostituito con “l’applicazione, in luogo delle aliquote per scaglioni di reddito di un’imposta sostitutiva Irpef e delle relative addizionali, in misura agevolata sui premi di produttività, sulle retribuzioni corrisposte a titolo di straordinario che eccedono una determinata soglia e per i redditi riconducibili alla tredicesima”. Per il regime incrementale resta ferma “la complessiva valutazione, anche a fini prospettici”. Valutazione in corso, quindi, sulla tassa piatta per gli incrementi di stipendio e intanto un taglio alle tasse su tredicesima, straordinari e premi. Il testo non indica quale sarà, ma il governo punta a tassarla al 15%.

Il leghista Alberto Gusmeroli, relatore della delega, ha presentato un emendamento che prevede una rateizzazione delle tasse senza indicare con quali tempi ma parlando esclusivamente di “una più equa distribuzione” del carico fiscale “anche attraverso un meccanismo di progressiva introduzione della periodicità mensile degli acconti e dei saldi e l’eventuale riduzione della ritenuta d’acconto”. Il governo ha in canna anche il “contrasto al mercato illecito e di tutela della salute” introducendo il divieto di vendita a distanza, in particolare dall’estero, delle e-cigs.

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