Un segnale di unità e di sopravvivenza. È come viene letta in ambienti politici la prossima nomina di Antonio Tajani a presidente pro tempore di Forza Italia. Per la prima volta del 1994, infatti, la poltrona numero uno del partito di Arcore non sarà più occupata da Silvio Berlusconi. La morte dell’ex premier, deceduto il 12 giugno, apre enormi interrogativi anche sul futuro del suo partito. È per questo che nei ranghi di Forza Italia si è deciso di accelerare, con la nomina del ministro degli Esteri come nuovo presidente ad interim.

Fonti qualificate del partito spiegano alle agenzie di stampa che la scelta di Tajani “non è contestabile” in quanto più alto in grado nominato da Berlusconi, e serve “continuità”. Domani, durante una conferenza stampa, il vicepremier illustrerà la road map per la riorganizzazione. A nominare il reggente, da statuto, è il Consiglio nazionale, convocato dal Comitato di presidenza, e la sostituzione temporanea è “per il periodo strettamente necessario per la convocazione del Congresso nazionale”. Ecco perché Tajani sarà un presidente ad interim: toccherà al Congresso nazionale indicare il definitivo successore di Berlusconi. Ma ovviamente sui tempi di nomina e reggenza nessuno si sbliancia.

“Lo statuto di Forza Italia”, spiega Raffaele Nevi, vicepresidente vicario dei deputati del partito, “dice che nel momento in cui c’è un impedimento permanente” del presidente, “l’ufficio di presidenza – organismo statutario ben preciso – convoca il Consiglio Nazionale per l’elezione del reggente o convoca il Congresso Nazionale. La procedura è questa. E se mi chiede cosa succederà domani nella conferenza stampa convocata, è che Tajani, probabilmente, annuncerà questo percorso” che sarà molto breve, “anche in caso di Congresso che è – ha spiegato Nevi – un organismo snello di circa 150 persone”.

Da segnalare c’è che nella conferenza stampa di domani Tajani si presenterà con i capigruppo di Camera e Senato, Paolo Barelli e Licia Ronzulli e dunque con gli esponenti delle due diverse componenti di Forza Italia. Sullo sfondo bisognerà capire come evolverà la possibile leadership di Marta Fascina, alla quale non sembrerebbe mancare il sostegno di Marina Berlusconi.

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