“Un tatuaggio fatto con materiale non sterile o con aghi condivisi tra più persone può trasmettere infezioni anche gravi, come epatiti o perfino AIDS”, aggiunge Romano. “Non a caso il calciatore Ronaldo ha dichiarato più volte di non volere tatuaggi perché facendoli dovrebbe sospendere per sei mesi la donazione di sangue cui si sottopone regolarmente. E il rischio di infezione continua nei giorni successivi alla sua pratica perché è comunque una lesione della pelle, che rimane aperta per qualche giorno. Una sovrapposizione infettiva si presenta con l’area tatuata dolente, arrossata e possono comparire pustole tipo brufoli. Da tenere conto che, affinché il pigmento si fissi, ci vuole un tempo più o meno lungo (in base alla grandezza del tatuaggio) che può durare anche alcune settimane. I tatuatori consigliano di applicare creme grasse (meglio quelle a base di grassi vegetali e non paraffina); anche un unguento antibiotico è opportuno. Comunque”, conclude l’esperta, “in caso di problemi è bene farsi vedere tempestivamente dal dermatologo”.

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Allarme inchiostri per tatuaggi contaminati da patogeni, interviene la Food and Drug Administration. L’esperta: “Possono trasmettere epatiti o AIDS”

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