In principio Tomaso Montanari. Poi è stata la volta di Rosy Bindi. Sono stati, di fatto, gli apripista di una fetta di Paese secondo cui il lutto nazionale per la morte di Silvio Berlusconi è stata una scelta sbagliata o quanto meno inopportuna. “Si deve riservare a personalità che hanno unito il Paese, non che lo hanno diviso” ha detto l’ex presidente del Pd, che poi ha appoggiato la scelta del rettore dell’Università per stranieri di Siena di non apporre le bandiere a mezz’asta nel suo ateneo in segno di lutto. Due voci fuori dal coro, quindi, a cui a breve si sono aggiunte altre personalità della politica, sia nazionale che locale. Non solo. Il distinguo di Bindi ha provocato anche la reazione sdegnata di Matteo Renzi, che ha attaccato personalmente la ex collega di partito, accusandola di avere “visibilità solo nel momento in cui parla male di qualcuno”.

Le parole di Rosy Bindi e il ricordo della lite del 2009 – “I funerali di Stato per Silvio Berlusconi sono previsti ed è giusto che ci siano, il lutto nazionale per una persona divisiva com’è stato lui secondo me non è una scelta opportuna“. Parola di Rosy Bindi, ex parlamentare ed ex presidente del Partito Democratico. A cui è legato uno degli episodi più noti della storia televisiva dell’ex premier. Era il 7 ottobre del 2009, lo studio era quello di Porta a Porta con i divani bianchi. Lo scontro iniziò presto. E Berlusconi fece Berlusconi: “Lei è più bella che intelligente” disse. Bindi replicò: “Non sono una donna a sua disposizione”. Oggi l’ex dirigente dem ha ricordato quel botta e risposta: “Fu una reazione non pensata, sono parole che escono perché le hai dentro – ha detto – Non ho mai fatto pace né rincontrato Berlusconi dopo quell’episodio, lui non ha mai chiesto scusa ma non ho rimpianti, non so se avrei accettato le sue scuse”.

“Lutto per persone che hanno unito il Paese” – Tornando alla morte dell’ex leader di Forza Italia, Rosy Bindi ci ha tenuto a essere una voce fuori dal coro della beatificazione post mortem del leader di centrodestra: “Penso che il lutto nazionale si debba riservare a persone che hanno unito il Paese, non che lo hanno diviso – ha spiegato – Il lutto nazionale per un presidente del Consiglio che è stato tanto amato, che è stato seduttivo per una parte di Italia ma che è stato divisivo per questioni fondamentali, il rispetto della Costituzione, il rispetto delle donne”. Il ragionamento, poi, si è spostato anche sulla reazione della politica istituzionale: “Perché il lutto nazionale? Perché le bandiere a mezz’asta? Poi il Parlamento che si ferma, siamo in una fase di santificazione che credo non faccia bene all’Italia, il berlusconismo va elaborato”. Per Rosy Bindi, inoltre, Silvio Berlusconi ha “sdoganato certi comportamenti, nei confronti delle donne, del denaro, delle istituzioni, la sua frase ‘non metteremo le mani in tasca agli italiani’ … il Paese si regge su quello. Il Paese avrebbe bisogno di essere abituato ad altro, all’opposto di tutto questo”. Soprattutto per questo motivo, l’ex presidente del Pd ha espresso il suo apprezzamento per la scelta di Tomaso Montanari, il rettore dell’Università per stranieri di Siena, che ha deciso di non prevedere le bandiere a mezz’asta nonostante il lutto nazionale. “Io lo condivido. Il lutto nazionale è fuori luogo – ha aggiunto Bindi – avviene perché al Governo c’è questa maggioranza. Anche questo avviene grazie a lui, a quello che Silvio Berlusconi ha fatto”.

Fratoianni: “Lutto nazionale e Camere ferme? Eccessivo” – “Ma non è un po’ eccessivo? Certo il cordoglio, il rispetto, i funerali di Stato. Nulla da obiettare. Ma la scelta, tutta politica, del lutto nazionale, e le Camere ferme addirittura per una settimana”, scrive sui social il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra. “Per quanti giorni – prosegue il leader di Si – avrebbe dovuto fermarsi il Paese dopo le stragi in cui furono uccisi Falcone e Borsellino e le loro scorte? O dopo il rogo della ThyssenKrupp in cui morirono bruciati vivi 7 lavoratori? O di fronte alla quotidiana terribile conta dei morti sul lavoro?”. Fratoianni, tra l’altro, ha annunciato che non parteciperà alle esequie, unico leader di partito rappresentato in Parlamento insieme al presidente del M5s Giuseppe Conte.

Crisanti: “Fermamente contrario” – Sulla stessa scia di Bindi e Fratoianni è il senatore Pd Andrea Crisanti, che ha diramato una nota per esprimere la sua posizione sulla questione del lutto nazionale. Il microbiologo ha detto di comprendere “con sincera empatia il dolore che la scomparsa di Silvio Berlusconi crea non solo nei suoi affetti personali, ai quali vanno le sue più sentite condoglianze, ma anche alla sua comunità politica e a un intero sistema Paese che con il suo operato e la sua figura si è identificato”, ma al contempo ha sottolineato di essere contrario ai funerali di Stato. “Non posso non esprimere la mia ferma contrarietà ai funerali di Stato, che ritengo inopportuni, così come al lutto nazionale per il nostro ex presidente del Consiglio – ha sottolineato -. Berlusconi è stato un uomo politico che ha ricoperto importanti ruoli istituzionali e condizionato la vita politica dell’Italia. Ma non dobbiamo dimenticare – ha aggiunto – che alcune sue azioni non hanno avuto alcun rispetto per lo Stato che rappresentava”. Per Crisanti, “non ha avuto rispetto per lo Stato quando ha evaso le tasse e frodato il fisco (sentenza definitiva nel processo Mediaset, per la quale ha scontato la sua pena ed è stato interdetto anche dai pubblici uffici); non ha avuto rispetto per lo Stato quando si è iscritto consapevolmente a una loggia massonica che aveva una chiara matrice eversiva (tessera n.1816 della P2); non ha avuto rispetto per lo Stato quando, forse con leggerezza, aveva tra i suoi impiegati, con le mansioni di “stalliere” una persona affiliata alle cosche mafiose”. E ancora: “L’avrà fatto per leggerezza o con consapevolezza? Non lo sapremo mai – ha spiegato Crisanti -, ma sicuramente non merita funerali di Stato né il lutto nazionale – ha rilevato – Non posso non domandare alla comunità politica: che insegnamento diamo ai nostri giovani sul valore della politica e dell’etica istituzionale? Che vince sempre il Potere? E che messaggio diamo a tutte le persone che queste cose non le fanno? Se davvero vogliamo costruire una società più giusta, rifuggiamo le ipocrisie”. Poi la conclusione: “Oggi diciamo addio a Berlusconi, una tragedia umana senza dubbio. Ma è ancora più tragico per il nostro Paese che ci vorrà ancora molto tempo per seppellire la sua eredità di etica della politica“.

Gli altri contrari al lutto nazionale – “La sospensione per tutta la settimana delle votazioni in Parlamento per la morte di Berlusconi è davvero inaccettabile. I bisogni, le tragedie, i diritti delle persone del Paese possono attendere perché nel nuovo regime bisogna stare una settimana inginocchiati”. A scriverlo su Twitter è l’ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris. E non è l’unico, come si è visto. “Presidente Meloni, questo lutto nazionale non è in mio nome”: è quanto scritto sui social da Paolo Romano, il 26enne consigliere regionale Pd in Lombardia, recordman di preferenze alle ultime elezioni. “Un piccolo ripasso – ha sottolineato – Condannato per frode fiscale per centinaia di milioni di euro ai danni di noi cittadini; intrattenne accordi economici con Cosa Nostra, come documentato dalla sentenza di condanna per concorso esterno in associazione mafiosa di Dell’Utri, cofondatore di Forza Italia”. Ed ancora: “Fece votare al Parlamento italiano che ‘Ruby‘ fosse la nipote del Presidente egiziano rendendoci ridicoli in Europa e nel mondo per sue questioni private; era Presidente del Consiglio mentre nella notte del 21 luglio del 2001 le forze dell’ordine massacravano di botte i giovani manifestanti nella Scuola Diaz a Genova”. E infine: “Chi è? Silvio Berlusconi, il primo ex Presidente del Consiglio non Presidente della Repubblica nella storia del nostro Paese per il quale è stato dichiarato lutto nazionale. Stiamo parlando di un uomo che dichiarava alla sua squadra ‘Se vincete per voi un pullman di troie’, che ha sempre oggettificato il corpo delle donne promuovendo una società patriarcale e sessista”. Anche Eleonora Mattia, consigliera regionale Pd del Lazio e presidente del Comitato Regionale di Controllo Contabile, si è detta contraria: “Inopportuno il #luttonazionale per #SilvioBerlusconi, leader politico di #ForzaItalia dal carisma indiscusso ma dall’operato discutibile. Con questa scelta il Governo dimostra di non saper discernere tra senso delle Istituzioni e tifoseria politica“.

Il gesto del consigliere ligure e il Comune di Sesto Fiorentino – L’esposizione delle bandiere a mezz’asta sul Comune di Sesto Fiorentino (Firenze) per la scomparsa di Silvio Berlusconi “sarà limitata alla sola giornata di domani, mercoledì 14 giugno, in concomitanza con lo svolgimento dei funerali di Stato”. Così, in una nota, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Lorenzo Falchi di Sinistra Italiana. “Di fronte alla morte di una persona non possono mai venir meno l’aspetto umano e il cordoglio verso i familiari, la comunità politica che ha rappresentato e tutti coloro che le sono vicini – afferma il sindaco Lorenzo Falchi – Ma la scomparsa di un personaggio così influente e, al contempo, così controverso e divisivo per la storia recente del nostro Paese impone di considerarne la figura con l’equilibrio e la sobrietà che deve contraddistinguere le Istituzioni. Per questo, sentita la Giunta, mi sono assunto la responsabilità di limitare l’esposizione delle bandiere a mezz’asta alla sola giornata di domani, in concomitanza con lo svolgimento dei funerali di Stato, riconosciuti agli ex Presidenti del Consiglio“. Secondo Falchi “la decisione della Presidenza del Consiglio dei Ministri in merito all’indizione del lutto nazionale è del tutto inusuale e inappropriata, frutto di valutazioni squisitamente politiche”.

Situazione più complessa a Genova, dove è successo un putiferio in consiglio regionale. “Non partecipare o addirittura svillaneggiare il ricordo di Silvio Berlusconi, il presidente del Consiglio più longevo nella storia del nostro Paese e senatore in carica, credo che sia qualcosa che va oltre il legittimo confronto politico. Stiamo parlando di lutto nazionale, della memoria e delle esequie di un uomo che ha fatto la storia del Paese”: parola del governatore Giovanni Toti, che ha commentato così il gesto del consigliere di opposizione Gianni Pastorino, che non ha partecipato al minuto di raccoglimento per Silvio Berlusconi, azione che ha portato la maggioranza ad abbandonare l’aula in protesta verso il consigliere, determinando l’annullamento della seduta. “I capigruppo di maggioranza nel Consiglio regionale della Liguria, d’accordo con l’assessore delegato, hanno deciso di chiudere una seduta del Consiglio regionale francamente partita nel peggiore dei modi, credo che il decoro delle istituzioni debba essere patrimonio di tutti”, ha affermato Toti.

Renzi in difesa di Berlusconi – Tra i primi a schierarsi contro Rosy Bindi è stato l’ex premier Matteo Renzi, che ha usato parole durissime per replicare alle parole della sua ex collega di partito: “Rosy Bindi è una donna che ha visibilità nel momento in cui parla male di qualcun altro – ha detto l’ex Rottamatore – E non è che dà delle idee fantastiche per il Paese. Viene invitata quando parla male. Solitamente di Berlusconi, qualche volta di me, talvolta di altri. Ha tutto da guadagnare nel fare polemica”. Alla domanda sulla scelta del rettore dell’Università per stranieri di Siena di non prevedere le bandiere a mezz’asta nonostante il lutto nazionale, Renzi ha spiegato di essere contrario: “C’è una legge in questo Paese che dice che per gli ex presidenti del Consiglio che muoiono che prevede ci sia il funerale di Stato, è così non lo hanno fatto per Berlusconi. Montanari con la legge ha un rapporto complicato – ha spiegato il leader di Italia Viva – segue la legge solo quando gli fa comodo. C’è una dimensione tecnica: se c’è una legge si deve rispettare. Poi, Silvio Berlusconi ma è stato il premier che è stato più giorni a palazzo Chigi, ha superato Andreotti, De Gasperi, Moro e Fanfani. È normale che ci sia una cerimonia particolare. Vi sembra normale che di fronte a un uomo che muore cercare di rinvigorire le ragioni dell’antiberlusconismo? E’ gente che senza Berlusconi non avrebbero avuto nessuna visibilità”.

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