Due bossoli sono stati trovati da personale della Polizia di Stato e della scorta di Giuseppe Antoci, ex presidente del parco dei Nebrodi e presidente onorario della fondazione Antonino Caponnetto, nei pressi dell’hotel a Bologna dove l’uomo soggiornava, per partecipare a un incontro alla Scuola di Pace di Montesole di Marzabotto. L’ex presidente del parco Nebrodi Giuseppe Antoci, venerdì è tornato a Marzabotto per parlare di mafie al Festival “Radici – Delle memorie civili e ambientali”. Ma quello che trova sono due bassoli. La scorta dell’ex presidente della fondazione Antonino Caponnetto, con il supporto poi della Polizia di Stato, ieri pomeriggio avevano svolte le consuete verifiche di sicurezza personali previste per Antoci e i suoi familiari in seguito alle minacce di morte che ha ricevuto per avere smantellato il sistema delle truffe sui fondi europei con cui la mafia si arricchiva: 101 arresti, 150 aziende agricole sequestrate per mafia che lucravano sui fondi europei per l’agricoltura, per i quali il 31 ottobre scorso sono state inflitte pene per oltre 600 anni di carcere al clan dei batanesi.

Ispezionando e bonificando l’area intorno all’hotel, gli agenti della scorta hanno notato a terra i due bossoli, a una ventina di metri di distanza dall’ingresso. Si trattava, a quanto si apprende, di bossoli a salve un pò arrugginiti. Tuttavia, si è data attuazione ai protocolli di sicurezza previsti in queste circostanze e, d’intesa con l’interessato, Giuseppe Antoci è stato spostato da quella struttura e fatto alloggiare in un altro albergo cittadino. Proprio a dicembre, grazie ad un’operazione dei carabinieri, si scopri che dai detenuti al 41 bis era partito l’ordine di colpire ancora una volta il Presidente Antoci, già vittima nel 2016 di un attentato mafioso e rimasto illeso grazie all’intervento della scorta che, dopo un violento conflitto a fuoco, mise in fuga gli attentatori. Ieri un altro brutto segnale che ha innescato attestati trasversali di solidarietà nel mondo politico. “L’ennesima intimidazione ai suoi danni non fermerà la sua importante opera”, recita una nota del Presidente del Senato Ignazio La Russa. “Lo Stato non lo lascerà solo”, dice il senatore di Fratelli d’Italia, Raoul Russo, componente della commissione Antimafia.

“Ho telefonato ad Antoci per esprimergli e rinnovargli solidarietà e vicinanza dopo la nuova grave intimidazione ricevuta ieri. Siamo con lui e anche questo deve rafforzare l’impegno quotidiano di tutti per una comune battaglia” dichiara il senatore Walter Verini, capogruppo Pd in commissione Antimafia. Una nota del M5S nelle commissioni Giustizia di Camera e Senato esprime vicinanza e il leader del partito Giuseppe Conte dichiara: “Non sarà un altro vile atto intimidatorio a fermare il suo impegno contro le mafie e i loro interessi. Facciamo fronte comune attorno a chi non abbassa mai la testa, a chi non rinuncia a proteggere ogni giorno la cultura della legalità”. Anche la Cgil Sicilia esprime “piena solidarietà a Giuseppe Antoci e conferma il proprio sostegno alla sua meritoria azione antimafia”: lo scrive in una nota il segretario generale della Cgil regionale Alfio Mannino.

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