“Tutti i dati ci confermano che il 2023 non solo sarà l’anno del recupero per il settore turistico, ma sarà l’anno del sorpasso rispetto al 2019 che pure era stato l’anno dei record. Finalmente il turismo torna a macinare numeri grandi”, ha dichiarato pochi giorni fa Marina Lalli, presidente Federturismo. E la previsione è più che fondata, mese dopo mese: il turismo, che dagli anni ‘50 al 2019 era cresciuto ininterrottamente macinando record su record, in Italia e ancor più nel mondo, dopo il brutale stop imposto dalla pandemia sta ripartendo con una velocità che solo i più ottimisti prospettavano. Roma, la capitale e una delle città più attrattive d’Italia e del mondo a livello di immaginario turistico, non fa eccezione. Con tutte le conseguenze del caso per chi turista non è, vive in città o l’attraversa per lavoro, e per i turisti stessi: i rincari per i prezzi degli hotel nella capitale, secondo i dati di Assoutenti, hanno fatto registrare un +20% sull’anno passato, di media, ma non mancano i casi di raddoppio, con costi a notte che ormai possono arrivare sopra i 500 euro per un tre stelle, sopra i 700 per un quatto stelle, sopra i 1000 per un cinque stelle.

La crescita è “incredibile, inattesa, anche difficile da gestire nella quantità di richieste che arrivano”, nota Isabella Ruggiero, guida turistica e presidente di Agta. Le guide turistiche sono sempre meno, in attesa di una legge (in arrivo, dopo 10 anni di attesa) che consenta l’abilitazione di nuove persone: “Lavoriamo a ritmi folli per non far crollare tutto”. Secondo i dati dell’Ente Bilaterale Turismo del Lazio, tra marzo e aprile il numero di turisti che ha pernottato a Roma capitale è del 4,3% più alto rispetto allo stesso periodo del 2019: parliamo, solo in questi due mesi, di più di 2 milioni e 300mila persone, numeri doppi rispetto al 2022, per un totale di oltre 5.400.000 notti di pernottamento. Crescono i pernottamenti di italiani (+5,8% sul 2019) ma anche, in maniera minore, quelli stranieri (+0,2%). Gianluca Roscioli, presidente di Federalberghi Roma e Lazio, inquadra il fenomeno: dalla primavera 2022, appena finite le restrizioni, sono tornati a muoversi in massa europei e americani, da quest’anno tornano anche gli asiatici. Le occupazioni per l’inizio di giugno si prospettano oltre l’85%. E questo nonostante la concorrenza, molto sentita dal settore, del turismo extralberghiero, in particolare quello delle locazioni brevi su piattaforme come AirBnB (i cui numeri non sono conteggiati nei dati precitati), che a Roma come altrove ha raggiunto volumi notevoli: solo su AirBnB sono quasi 25mila gli annunci disponibili in città, per più del 67% interi appartamenti, e concentrati nettamente in alcuni quartieri.

Nel settore in molti, ora, si chiedono quanto i numeri attuali abbiano a che fare con una crescita strutturale o con un rimbalzo post pandemico (tanti, che avevano cancellato, sono arrivati quest’anno) destinato quindi a scemare. Ma per ora gli entusiasmi spazzano via qualsiasi perplessità sui rischi connessi a una crescita incontrollata del fenomeno. Alessandro Onorato, assessore al turismo, sport e grandi eventi di Roma capitale, parlava di “record: il più alto numero di presenze nella storia. Un incremento di 11,48% prenotazioni rispetto al 2019 e un +68% rispetto al 2022” all’indomani dell’impressionante flusso registrato nel weekend pasquale, con l’occupazione delle camere d’hotel arrivata al 90%. Non è un caso che Roma stia investendo molto sui grandi eventi: concerti di Bruce Springsteen, arrivi del Giro d’Italia, la Ryder Cup di golf, il raddoppio degli internazionali di Tennis, il Giubileo e naturalmente il sogno Expo 2030. Ognuno di questi grandi eventi corrisponde a un picco dei pernottamenti, spiega al Fatto Federalberghi, e il Comune sembra persuaso che sia la via da seguire. Ed è altrettanto evidente che la città sia divenuta molto più attrattiva anche per il turismo del lusso: più di 10 nuovi alberghi a 5 stelle sono destinati ad aprire entro il 2026, un raddoppio in pochi anni, “aumentando e migliorando l’offerta, colmando una lacuna con città come Milano”, spiega Roscioli.

I numeri di questo inizio di 2023 record, però, dicono anche altro: gli “arrivi” (il numero di persone che pernottano) crescono in proporzione molto più velocemente delle “presenze” (il numero totale di notti pernottate): in breve, aumenta il numero di turisti che sceglie di fermarsi a dormire per una o due notti. Un turismo rapido che invade le vie del centro e riempie bar e hotel, ma che non crea quei ritmi “lenti” e più sostenibili di cui pure i progetti Pnrr sulla Capitale sono pieni: salvo che, dei 335 progetti approvati, solo pochi sembrano destinati ad andare a compimento nei tempi previsti. Mentre il conflitto con i residenti, in particolare riguardo gli affitti, si acuisce, arrivando ormai a toccare da vicino anche il corpo studentesco: non è casuale che proprio in questa primavera anche il sindaco di Roma, insieme ad altri suoi colleghi, abbia chiesto al governo una legge che consenta alle città di regolamentare le locazioni turistiche. Ma il disegno di legge uscito dal Ministero del Turismo pochi giorni fa non pone limiti, puntando a un semplice riordino dell’esistente.

Poi, naturalmente, c’è il lavoro: che non manca, di fronte a un boom simile. Manca chi voglia svolgerlo, in particolare nella ristorazione. Fiepet-Confesercenti all’inizio di maggio lamentava il fatto che mancassero a Roma e sul territorio laziale 35mila lavoratori all’interno del comparto, chiedendo interventi mirati in vista della stagione estiva: il tema è quello della sostenibilità economica dell’intero settore, che si basa sui salari tra i più bassi dell’intero paese (la retribuzione lorda media annua dei lavoratori dipendenti del settore, nel Lazio, nel 2021 era di 8.343 euro, contro gli 11.265 euro del 2015, secondo dati Eures) a fronte di ritmi di vita ritenuti poco sostenibili da una quota sempre più larga della popolazione. La questione, però, è anche un altra: tanti, durante lo stop pandemico, hanno trovato un altro lavoro, e non tornano indietro. Persi quindi, oltre ai numeri, le esperienze pregresse. Seppure, è opinione diffusa, la fine di molti aiuti e sussidi post Covid, e le restrizioni del reddito di cittadinanza, starebbero spingendo molti a tornare sul mercato del lavoro turistico.

E intorno ai turisti, poi, c’è una città: la cui gestione non sta crescendo quanto i numeri del turismo. Anzi, la gestione del fenomeno è ancora, più che altro, promozione indistinta. I servizi pubblici continuano a essere carenti, a partire dai bagni, o dai trasporti, usatissimi dai turisti, nonostante un contributo di soggiorno di 4 euro al giorno: che viene destinato altrove. Mentre il bagarinaggio, dopo Colosseo, Musei Vaticani e grandi eventi, sta raggiungendo anche siti che lo avevano conosciuto meno, come la Galleria Borghese: “Un problema enorme per cittadini, turisti e per noi che con loro lavoriamo”, secondo Ruggiero di Agta. E siamo all’inizio di giugno.

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