Il mondo della scuola contro l’autonomia differenziata progettata dal ministro leghista per gli Affari regionali Roberto Calderoli. Cgil e Uil ma anche il Movimento di cooperazione educativa, l’Associazione italiana dei maestri cattolici, il Centro d’iniziativa democratica degli insegnanti, l’associazione “Proteo Fare Sapere”. Insieme dicono no a “ipotesi regressive di autonomia differenziata”. Al centro della riforma – e quindi delle critiche – il riconoscimento della competenza esclusiva su 23 materie di politiche pubbliche alle Regioni a statuto ordinario e tra queste la scuola.

“La formazione delle nuove generazioni – sottolinea la segretaria nazionale del Movimento di cooperazione educativa Anna D’Auria – reclama una competenza esclusiva dello Stato nelle norme generali dell’istruzione. Questa dimensione nazionale del ‘sistema di istruzione, formazione e lavoro’ non tollera ipotesi di centralismo regionalista e non tollera pratiche di centralismo ministeriale come avviene ormai da troppi anni”. Un’ occasione per rimettere al centro l’autonomia scolastica: “È il momento – spiega a ilFattoQuotidiano.it Giuseppe Desideri dell’Aimc – che i professionisti di scuola ripartano da loro stessi per riappropriarsi del loro ruolo e della loro corresponsabilità educativa, progettuale e organizzativa proprio a partire da un nuovo slancio dell’autonomia scolastica. Come associazioni professionali, riteniamo che le differenze delle rispettive storie siano la ricchezza da mettere in comune per realizzare una scuola all’altezza delle sfide che i nostri alunni ci presentano”.

Per gli stessi motivi sabato a Cosenza si metterà in modo un movimento meridionale di protesta nei confronti della riforma del governo Meloni: scenderanno in piazza Cgil e Uil insieme a oltre 60 sindaci che hanno aderito all’appello dei sindacati, condiviso tra gli altri dai segretari di Sinistra Italiana e Rifondazione Nicola Fratoianni e Maurizio Acerbo, dall’ex sindaco di Napoli Luigi de Magistris, dal missionario comboniano padre Alex Zanotelli, dall’ex primo cittadino di Riace, Mimmo Lucano, dai giornalisti Marco Esposito e Michele Santoro. L’autonomia differenziata voluta dal governo Meloni – spiega a ilfatto.it il segretario generale della Cgil Cosenza, Massimiliano Ianni – impoverirà sempre di più la sanità pubblica, porterà a venti sanità diverse aumentando i divario territoriali. Favorirà la sanità privata che non tutti potranno permettersi. La salute non sarà più un diritto ma una merce da acquistare. Ogni Regione avrà una sua contrattazione. I contratti nazionali non avrebbero più nessuna utilità. Nelle Regioni ricche salari e stipendi saranno più alti. Il progetto di autonomia differenziata pregiudica il futuro del Paese. Decentrare le funzioni significa legittimare il divario Nord-Sud e cancellare diritti che la Costituzione considera fondamentali. Un suicidio sociale che metterebbe in discussione la stessa idea di Repubblica. Noi chiediamo la difesa della scuola pubblica e il rafforzamento dell’istruzione a livello nazionale”.

Ianni non manca di rimarcare un fatto: “Sabato ci saranno con noi intellettuali, docenti universitari, giornalisti, tanti cattolici. Evidentemente si sta cominciando a capire quanto è pericoloso questo provvedimento”. La manifestazione in Calabria si annuncia come la prima organizzata nel Mezzogiorno contro la proposta di Calderoli: “E’ un disegno di legge – sottolinea ancora al FattoQuotidiano.it Paolo Cretella, segretario Uil Scuola Cosenza – eversivo per il Paese che porterebbe a creare venti Stati sovrani andando contro la logica dell’Europa. Non si può demandare alle Regioni programmi scolastici e validità dei titoli di studio”.

Articolo Precedente

Psicologo a scuola, così si possono aiutare i giovani a costruirsi un futuro

next
Articolo Successivo

Solo colloquio orale agli esami di terza media e maturità nelle zone alluvionate della Romagna

next