Dare vita a un nuovo capitolo di uno dei franchise più amati in assoluto come The Legend of Zelda è una sfida estremamente complessa, rinnovarsi pur mantenendo le proprie origini sempre presenti è un delicato equilibrio per attrarre nuovi giocatori senza rischiare di perdere i fan storici della saga. Con Tears of the Kingdom, Nintendo ha dimostrato, pur con qualche piccolo difetto, di essere la regina di questo complesso algoritmo.

Trama e Grafica
Tears of the Kingdom” rimane fedele all’incantevole stile artistico e alla narrativa che ormai è più che lecito aspettarsi dai titoli di questa saga, ma introducendo delle innovazioni che rivitalizzano l’esperienza di gioco; la trama, come sempre, ruota intorno all’ eroe, Link, ed alla sua instancabile lotta contro il male per salvare la Principessa Zelda, ma in questo caso abbiamo per la prima volta una continuità, con una Hyrule in pace, dopo gli avvenimenti di Breath of the Wild di alcuni mesi prima. Mentre esploravano delle rovine sotto il castello, un nuovo male si risveglia e separa i due protagonisti ancora una volta trascinando la principessa e il castello al di sopra delle nubi, lontano dallo sguardo di Link, ed proprio con un protagonista che si lancia nel vuoto che inizia il nuovo capitolo di questa saga.

La trama di “Tears of the Kingdom” è intensa e commovente, intreccia elementi familiari della saga con nuovi personaggi e storie, riuscendo a mantenere l’equilibrio tra novità e nostalgia; ogni personaggio ha una storia da raccontare, rendendo Hyrule un mondo vivo e respirante, che si può quasi toccare.

La grafica, nonostante le limitazioni dell’hardware di Switch è una delizia per gli occhi; l’implementazione di una versione migliorata del motore di gioco ha permesso un livello di dettaglio molto più elevato rispetto al primo capitolo, con una resa superlativa di luci, ombre e texture. Gli ambienti sono ricchi e vibranti ed è impossibile non restare affascinati al primo colpo d’occhio. Nonostante sia stato fatto un lavoro encomiabile per il motore grafico, l’hardware della Switch in alcuni momenti arranca, con una perdita di frame che non rovina assolutamente l’esperienza generale ma fa storcere il naso, ma essendoci moltissimo elementi a schermo è un compromesso accettabile, proprio perché rispetto al gioco di sette anni fa Tears of the Kingdom ha avuto il coraggio di riscriversi sotto tanti punti di vista.

Gameplay e Musiche
A livello di gameplay, “Tears of the Kingdom” introduce nuove meccaniche che elevano l’esperienza al di sopra delle precedenti iterazioni della serie, l’abilità di Link di interagire con l’ambiente in modi mai visti prima offre una profondità di gioco innovativa, dettata solo dall’immaginazione del giocatore; dopo due settimane di gioco possiamo dire che la meccanica di “Costruzione”, forse la principale e più importante per questo capitolo, da la possibilità di affrontare ogni situazione, boss fight comprese, in tantissimi modi diversi rendendo l’esperienza di Tears of the Kingdom profonda e divertente, anche dopo moltissime ore di gioco.

Nintendo ha creato una Hyrule che si evolve e risponde alle azioni del giocatore, rendendo l’esplorazione una componente essenziale del gioco assieme agli enigmi, da sempre una caratteristica fondamentale di Zelda, che sono stati migliorati in maniera significativa. Ora, richiedono non solo la soluzione di sfide logiche, ma anche l’utilizzo creativo delle abilità di Link e dell’interazione con l’ambiente. Questo livello di profondità ha reso ogni dungeon una sfida unica e coinvolgente.

Le battaglie con i boss, infine, sono il fiore all’occhiello del gioco: ogni scontro è un capolavoro di design, equilibrato tra abilità, strategia e tempismo; nessun boss sembra mai troppo facile o troppo difficile, ma rappresenta piuttosto la giusta sfida al momento giusto. Nonostante tutte queste lodi, “Tears of the Kingdom” non è senza difetti: a volte, la grandezza del mondo può sembrare un po’ opprimente, e la mancanza di una mappa di navigazione più intuitiva può portare a momenti di frustrazione. Inoltre, pur offrendo un’esperienza di gioco profonda e coinvolgente, alcuni potrebbero trovare il ritmo del gioco un po’ lento, almeno nella parte iniziale del gioco.

Le musiche sono come sempre incredibili, e vengono utilizzate come perfetto sottofondo per ogni situazione che andremo ad affrontare, regalando emozioni uniche, e con un ottimo doppiaggio italiano che finalmente regala delle voci iconiche a tutti i personaggi che incontreremo, arricchendo un esperienza incredibile, sicuramente una delle più coinvolgente di questo 2023.

In conclusione, “Zelda: Tears of the Kingdom” è un gioiello brillante nel panorama dei videogiochi, un’esperienza che ogni appassionato di Zelda dovrebbe vivere e che ogni giocatore dovrebbe almeno provare una volta nella vita; nonostante alcuni piccoli difetti, il gioco offre un’avventura epica che, senza dubbio, rimarrà impressa nei cuori dei giocatori per anni a venire. Nintendo ha ancora una volta dimostrato che non ha paura di innovare, pur mantenendo salde le radici di una serie leggendaria come Zelda.

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