Due alpinisti, Gianluca Camplone di 51 anni e Raffaello Toro di 44, sono morti precipitando mentre stavano scendendo in cordata il canalone Sivitilli, sul versante nord del Corno piccolo, la seconda montagna del massiccio del Gran Sasso, in Abruzzo. Entrambi erano pescaresi, il secondo era una guida alpina esperta. Al momento dell’incidente si trovavano a una quota di circa 2.300 metri: sono caduti da uno strapiombo di cento metri d’altezza. A quanto ricostruito, uno dei due è precipitato probabilmente per uno smottamento, trascinandosi dietro l’altro, che non è riuscito ad arrestarlo.

L’allarme è stato lanciato da altri due alpinisti, impegnati su un’altra via: la circostanza ha fatto inizialmente pensare che nell’incidente fossero coinvolte più persone. Sul posto sono giunte squadre del Soccorso alpino dall’Aquila e da Teramo e un elicottero del 118, decollato da Pescara con a bordo un tecnico di elisoccorso: una volta recuperati, i corpi sono stati trasportati al campo base di Prati di Tivo, sul versante teramano. Le indagini sull’accaduto sono state affidate ai carabinieri della stazione di Pietracamela, in provincia di Teramo.

Solo venti giorni fa un altro escursionista – Fabio Racanella, istruttore alpinista di 52 anni di Orvieto – era morto cadendo per una cinquantina di metri lungo la tortuosa e ripida discesa di canale Bissolati, sul Corno Grande. Circostanze che avevano spinto il presidente delle Guide alpine d’Abruzzo Davide Di Giosafatte a ribadire la pericolosità delle uscite in montagna in un periodo di forte instabilità meteorologica e del manto nevoso come quello attuale.

Articolo Precedente

Sì all’ora di attualità, basta ai voti: la lettera a una professoressa del nuovo millennio. Ricordando don Milani

next
Articolo Successivo

Fidenza, grosso incendio in un’azienda di materie plastiche. L’amministrazione: “Tenere le finestre chiuse”. I medici: “Rischio di diossina nell’aria”

next