L’eccessivo numero di emendamenti approvati dal Parlamento rischia di stravolgere i decreti legge, rispetto al testo presentato originariamente alle due Camere. È l’altolà di Sergio Mattarella, che ieri ha avuto un colloquio al Quirinale con Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana. Il presidente della Repubblica ha convocato quelli di Camera e Senato per un incontro che sembrava essere solo di routine, del quale infatti non è stata data alcuna notizia ufficiale. Il capo dello Stato, però, si è voluto soffermare soprattutto sulle disfunzioni delle decretazioni d’urgenza, come raccontano fonti parlamentari e il quotidiano La Stampa.

Nel mirino di Mattarella c’è quella che viene considerata una tendenza di questa legislatura: approfittare dell’iter di conversione dei decreti legge, per fare approvare emendamenti che riguardano ambiti completamente diversi rispetto ai provvedimenti in discussione. Ovviamente il capo dello Stato non ha titolo per intervenire sui lavori parlamentari, quindi anche sugli emendamenti. Un compito che però spetta ai presidenti delle due Camere. Ecco perché Mattarella ha voluto vedere La Russa e Fontana, che – da quanto trapela – avrebbero assicurato l’intenzione di volersi attivare in futuro per evitare inciampi di questo tipo. Come quello capitato a Montecitorio la scorsa settimana, quando il decreto Bollette era tornato in commissione, poco prima del voto finale, per essere ripulito da quattro emendamenti “non omogenei” rispetto al resto del decreto. C’è stato forse un intervento del Colle? Dal Quirinale hanno smentito.

Tre mesi fa, invece, Mattarella aveva promulgato il decreto Milleproroghe, che al suo interno aveva anche le norme sulle concessioni balneari. In quel caso il capo dello Stato aveva allegato al provvedimento un lettera, indirizzata ai presidenti delle Camere e consiglio dei ministri, in cui di fatto demoliva il testo. Mattarella sottolineava i “molteplici profili critici“ del decreto: il più evidente era quello dell’ennesima proroga delle concessioni demaniali turistiche che presentava “profili di incompatibilità con il diritto europeo e con decisioni giurisdizionali definitive“. Ma era solo uno dei problemi: “Anche oggi ho il dovere di porre in evidenza – scriveva Mattarella – come varie nuove disposizioni introdotte in sede parlamentare non corrispondano ai principi e alle norme costituzionali in materia”. In pratica lo stesso principio manifestato a Fontana e La Russa nel colloquio di ieri.

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