Nessuno l’ha vista importunare i bambini davanti alla scuola. E chi invece ha assistito al momento in cui i quattro agenti della Polizia locale l’hanno presa a manganellate sostiene che quella reazione nei confronti della donna trans sia stata “eccessiva”. I testimoni di quanto accaduto mercoledì mattina a Milano, tra via Giacosa, in zona Trotter, e l’università Bocconi non hanno molti dubbi. E i ricordi sono per lo più convergenti. Mentre toccherà ai pubblici ministeri, guidati dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano ricostruire eventuali abusi degli agenti, chi ha assistito all’intervento, nelle sue due fasi, racconta così quanto accaduto. Un genitore la cui figlia frequenta la scuola davanti alla quale la donna si sarebbe denudata spiega al Corriere: “Stavo uscendo con mia figlia per andare a scuola. Vicino al nostro portone ho visto questa transessuale, che conosciamo perché passa molto tempo al parchetto. Siamo abituati a vederla dare in escandescenze, non ci spaventiamo più. Spesso parla da sola o insulta gli altri clochard, butta a terra le bottiglie o quello che le capita a tiro, magari biciclette o altro. A volte inscena malori. Ho preso nostra figlia e siamo andate a scuola. Poi al ritorno ho visto le pattuglie della Polizia Locale”.

Un altro abitante della zona aggiunge: “È una persona che evidentemente soffre di disagio psichico. Fa molta pena e sicuramente ha bisogno di cure. Quella che si vede nel video è una brutta scena”. L’allarme è partito dalla scuola o da qualche genitore? Nessuno conferma. Un residente ricorda che “non è la prima volta che dà in escandescenze e mostra segni di squilibrio” e mercoledì mattina “urlava e prendeva a calci le auto”, poi “si precipitava in mezzo alla strada, rischiando di essere investita”. Quando sono arrivati due operatori ecologici per pulire il parchetto della zona “si è messa a inveire anche contro di loro”. Secondo il residente, sono “stati loro a dare l’allarme”, anche perché di “bambini di passaggio insieme ai genitori ne ho visti pochi”. E soprattutto, sottolinea, “l’ingresso della scuola è distante, si trova in un’altra zona”. Convergente la dichiarazione di una mamma a Fanpage: “Quando ho accompagnato mia figlia a scuola ho visto l’auto dei vigili e l’ambulanza e ho sentito parlare del fatto che fosse stata fermata una persona transessuale, ma prima non avevo notato nessun pericolo. E anche le altre mamme non mi hanno riferito di nessuna molestia”.

Fatto sta che l’intervento della Locale inizia in quella zona attorno a via Padova. La donna viene caricata sull’auto di servizio per essere trasferita al comando di via Pietro Custodi, dove sarebbe dovuto avvenire il fotosegnalamento. Ma la volante è costretta a fermarsi prima, vicino all’ateneo privato: la brasiliana 41enne finge un malore e prova a fuggire, ma viene bloccata. Qui inizia la scena ripresa nel video. “Ero in biblioteca – racconta uno studente a Fanpage – Mi sono affacciato alla finestra e ho visto quelle immagini, di cui confermo la cruenza. Non conosco il contesto, quindi non posso valutare, ma la reazione dei poliziotti mi è sembrata eccessiva”. Un altro universitario aggiunge: “Non conosciamo le dinamiche, ma un trattamento simile non è giustificabile con nessuno, poi quella donna, stando al video, non era violenta”. Qualcun altro sottolinea che se fosse una persona con problemi psichici “a maggior ragione un atteggiamento simile è intollerabile”.

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