Si è trattato di un incidente che non poteva essere previsto e pertanto non ci cono colpevoli per la morte del bambino di appena 3 giorni, deceduto nella notte tra il 7 e il 8 gennaio perché soffocato dalla madre, che si era addormentata su di lui mentre lo stava allattando: a stabilirlo è il professor Luigi Cipolloni, il consulente scelto dalla Procura per indagare sulla vicenda avvenuta nell’ospedale Sandro Pertini di Roma.
La tragedia aveva destato molto clamore, suscitando diverse polemiche sull’ assistenza delle neomamme negli ospedali nelle ore subito dopo il parto e accendendo i riflettori in particolare sulla pratica del rooming in, ovvero quella di lasciare il neonato insieme alla mamma sin dai primissimi istanti di vita. La madre del bimbo, trentenne, esausta dopo 17 ore di travaglio, aveva raccontato di essersi addormentata nel letto insieme al piccolo, che era rimasto schiacciato sotto il suo peso, mentre le infermiere l’avevano svegliata quando ormai era troppo tardi.
“La mia compagna era sfinita da 17 ore di travaglio, dopo il parto le hanno subito portato il piccolo a letto, in reparto, per l’allattamento e hanno anche preteso che fosse lei a cambiarle il pannolino. Ha chiesto più volte che nostro figlio fosse portato al nido per poter riposare qualche ora, ma il personale dell’ospedale ha sempre detto di no. È crollata, quando ha riaperto gli occhi nostro figlio non c’era più, lo avevano già portato via”: era stata questa la testimonianza del papà, che aveva raccontato l’accaduto, ribadendo quanto sostenuto dalla compagna.
La Procura dopo il caso aveva aperto un’indagine per omicidio colposo a carico di ignoti e gli inquirenti avevano acquisito anche la cartella clinica della donna e altri documenti. Ma secondo quanto riportato da Repubblica e dal Corriere della Sera, il consulente individuato dai magistrati, il professor Luigi Cipolloni, specialista in medicina legale dell’università di Foggia, dopo l’analisi delle cartelle cliniche, e l’ascolto delle testimonianze del personale, dei medici e degli infermieri che erano in servizio in quel reparto del Pertini, ha stabilito che si è trattato di una “tragedia non prevedibile“. Lo specialista ha infatti sottolineato la qualità del servizio rooming in dell’ospedale, mettendo in evidenza che il numero di infermieri presenti è adeguato al numero di madri ospitate nel reparto, e che quindi la donna sarebbe stata seguita con attenzione.
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