Parla davanti a una platea di cittadini che ha premiato per essersi distinti nei settori della cultura, della cosmonautica e dell’istruzione. E il presidente russo Vladimir Putin ammette che “la Russia sta attraversando tempi difficili”, anche se è pur vero “che non ci sono mai stati tempi facili” e che comunque “oggi è un momento speciale del nostro potente consolidamento, dell’acuirsi del nostro sentimento nazionale, del desiderio di rafforzare a tutti i costi le fondamenta della nostra spiritualità, di creare le condizioni nell’economia, nella produzione, nell’educazione dei nostri giovani per assicurare il futuro incondizionato del nostro Paese”. Mentre proseguono i bombardamenti in Ucraina e i combattimenti in quello che resta di Bakhmut, Putin ricorda che non è stata la Russia a “iniziare la guerra”, ma “con l’operazione militare speciale sta cercando di mettere fine a una guerra condotta dal nemico del nostro popolo” da “nove anni”. “Da nove anni il nostro nemico, il nemico del nostro popolo, fa la guerra alle persone” che vivono nel Donbass, ha continuato il presidente russo. “Viene spesso detto che la Russia ha iniziato la guerra. No, la Russia, con l’aiuto di un’operazione militare speciale, sta cercando di fermare la guerra condotta contro di noi, contro il nostro popolo che, in parte e a causa di una ingiustizia storica, è finito fuori dai confini dello storico stato russo”, ha dichiarato. E, rivolto ai cittadini del Donbass, il leader del Cremlino ha detto che ”la Russia sta facendo di tutto per proteggerli”.

Il caso Gershkovich – La Corte del distretto di Lefortovo a Mosca ha prolungato di tre mesi, fino al 30 agosto, l’arresto del giornalista del Wall Street Journal Evan Gershkovich, accusato di “spionaggio a vantaggio del governo americano” e fermato a Ekaterinburg, la quarta città più grande della Russia, il 29 marzo. Sempre secondo i servizi russi, Gershkovich ha raccolto informazioni coperte da “segreto di Stato” sulle attività di una delle “imprese del complesso militare-industriale russo” e per questo rischia 20 anni di carcere. Gershkovich è un reporter che copre la Russia, l’Ucraina e l’ex Unione Sovietica per il quotidiano finanziario americano. I suoi genitori vivono negli Stati Uniti ma sono originari dell’ex Unione Sovietica ed è anche per questo motivo che il reporter parla russo. Prima di essere assunto al Wall Street Journal aveva lavorato per l’agenzia Afp, per la testata russa in lingua inglese Moscow Times ed è stato assistente giornalistico per il New York Times. Gershkovich è il primo giornalista statunitense arrestato in Russia per spionaggio dai tempi della Guerra Fredda. L’ultimo caso risale al 1986, quando a finire in manette fu Nick Daniloff.

Attacchi a Belgorod e guerra a Bakhmut – Nella notte diversi attacchi di droni hanno preso di mira case e un edificio amministrativo nella regione russa di Belgorod, a seguito di un’incursione di combattenti armati provenienti dall’Ucraina. Non ci sono né vittimeferiti, e il ministero della Difesa russo ha dichiarato che l’attacco è stato compiuto da “una formazione nazionalista ucraina” come “azione terroristica” in risposta alla sconfitta subita a Bakhmut. Gli autori dell’attacco, ha proseguito Mosca, sono stati “bloccati e sconfitti”. “Più di 70 terroristi sono stati eliminati” e il resto sono stati ricacciati in territorio ucraino. Guardando al fronte, a Bakhmut Kiev continua a tenere sotto controllo un’area della città situata all’estremità sudoccidentale della città, hanno detto le forze ucraine, precisando poi che gli scontri sono diminuiti all’interno della città. “L’attività offensiva del nemico nel settore di Bakhmut è leggermente diminuita ieri, ma il numero di attacchi rimane elevato”, ha scritto sul suo canale Telegram la viceministra della Difesa ucraina, Hanna Malyar, ribadendo che truppe di Kiev controllano la periferia sud-occidentale della città, nella zona di Plane. “A Bakhmut i combattimenti sono diminuiti e il nemico continua a sgomberare le aree di cui aveva preso il controllo“, ha poi aggiunto, sottolineando che “i combattimenti continuano nei sobborghi, il nemico cerca di prendere posizioni vantaggiose, ma non ci riesce. In alcune zone il nemico è sulla difensiva. Subisce pesanti perdite. Sui fianchi a nord e a sud di Bakhmut si registra una leggera avanzata“.

La possibilità dei caccia a Kiev – Sul fronte degli aiuti militari, resta centrale il dibattito in Occidente sulla possibilità dell’invio dei caccia F16 a Kiev che, secondo Politico, potrebbero arrivare entro l’autunno. Per il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg l’addestramento dei piloti ucraini all’uso degli F-16 o di altri caccia di produzione occidentale è “un passo importante” che permetterà agli alleati di fornire i jet “a un certo momento”. E l’alto rappresentante per la politica estera Ue Josep Borrell ha precisato che “l’addestramento dei piloti ucraini per gli F-16 è già iniziato in molti Paesi, come la Polonia. Questo prenderà tempo ma prima si inizia meglio è. All’inizio si discute, i Paesi sono riluttanti, come per i Leopard, ma alla fine ci si arriva. Ed è una misura ulteriore per far sì che l’Ucraina si possa difendere”. Dichiarazioni alle quali risponde ancora una volta Mosca che, come di consueto, specifica che anche le forniture dei caccia non saranno risolutive per la vittoria dell’Ucraina. Non solo: più armi l’Occidente fornisce a Kiev e più distruttive sono queste armi, “più diventa probabile” uno scenario da “apocalisse nucleare“, ha detto l’ex presidente russo e attuale vice capo del Consiglio di Sicurezza nazionale, Dmitry Medvedev.

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Non indagò sul collega che poi sequestrò, stuprò e uccise Sarah Everard: agente colpevole di negligenza

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