n requiem di Mozart come non l’avete mai sentito, né visto. Appena spenti i riflettori su Bono, evaporata la nebbiolina fumogena da concerto rock, spariti gli striscioni da stadio sventolanti dai palchi e “ bonariamente” per una volta tollerati il Teatro San Carlo punta su un altro Grande Evento che porta la firma di un gigante, Romeo Castellucci, Chevalier des Arts et des Lettres, la piu’ alta onorificenza del Ministro della cultura francese e Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia. Ancora una volta la strepitosa programmazione del sovrintendente Lissner ha fatto bingo. Un requiem in movimento, un coro che si fa corpo di ballo, sullo sfondo di una creazione scenica da far tremare i polsi ideata da Raphael Pichon. Le simbologie ci sono tutte: il Cristo obbediente al Padre per riscattare l’umanità, in sovrimpressione parole rivelatrici del mondo, una babele di razze estinte da chiedersi: cosa ci faccio ancora qui. Ogni frammento è una riflessione, ognuno sceglie la frase feticcio che meglio lo rappresenta nel proprio abito di vita: estinzione del tempo, estinzione dell’essere… Nei girotondi di perfetta simmetria c’è anche un gioco poetico. Un cromatismo catturante, eccitazionale: dall’ultima cena di Leonardo al Quarto Stato di Pellizza da Volpedo.

Avranno i nostri figli, nipoti la volontà, la forza di respingere la rozzezza del mondo. L’uomo deve andare oltre l’uomo, oltre la propria limitata fisicità. I performers si spogliono degli abiti, dalla loro nudità si apriranno universi immaginari. E il bambinello di 8 mesi lasciato oggi solo al centro del palcoscenico domani saprà come abitare il mondo. E’ il requiem della rinascita. Un incanto. Repliche fino al 20 maggio. Poi in tournée mondiale.
Da Leone d’oro all’altro. Krzysztof Warlikowski, il regista polacco pluripremiato e inventore del visionario “Nuovo Teatro” di Varsavia, debutta al teatro dell’Opera di Roma la sua prima regia lirica italiana: Da una casa di morti di Janáček, tratta da Dostoevskij, in scena dal 23 al 30 maggio. Uno spettacolo che riflette sulla condizione della detenzione oggi, sui concetti di colpa, punizione e libertà, con riferimenti alle prigioni di Guantanamo.
En attendent la Cenerentola, ambientata nell’universo hollywoodiano degli anni Trenta, firmata da Rudolf Nureyev con Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, diretto da Eleonora Abbagnato, nell’ambito del Caracalla Festival 2023 dal 1° al 4 luglio nel Teatro Grande delle antiche terme romane. Una ragazza maltrattata e in fuga da un padre alcolizzato; la scoperta da parte di un grande produttore cinematografico capace di trasformare una zucca in una fiammante Rolls Royce e la conquista del cuore dell’attore principale, il suo principe azzurro.
Napoli/ Roma, un palcoscenico da Caput Mundi.

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Erri De Luca a Napoli. Si racconta di pancia, il Maradona della parola scritta. Il Gioco dello Shangai, suo ultimo libro, è una metafora di vita. La sua.

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