“Ho sentito un boato fortissimo con la casa che tremava, ho subito pensato fosse un terremoto”. A dirlo è una signora che vive a Sasso Marconi, nella prima area collinare dell’Appennino bolognese, in una zona, quella ai lati di via delle Ganzole, devastata da uno dei più grossi smottamenti del territorio e dall’esondazione di un torrente. Tutto è successo mercoledì 17 maggio, in uno dei momenti più difficili del disastro ambientale che ha colpito l’Emilia-Romagna: “Ho sentito un’esplosione di alberi e di rami che si spaccavano, dopodiché il rumore del torrente e un’esplosione: c’era un edificio accanto al mio che è proprio sparito, volatilizzato in due secondi. E poi la piena di rami, fango e detriti a una velocità impressionante”, racconta la signora, proprietaria anche del maneggio a pochi metri da casa sua. Ora la zona – con qualche casa, il maneggio e la storica Trattoria delle Ganzole – è inondata dal fango. Ai lati delle strade, cumuli altissimi di rami e tronchi. Uno degli edifici del maneggio non c’è più, è stato trascinato dal fango e dall’acqua: i resti sono accatastati in fondo alla strada, insieme a cancelli e guard rail distrutti.

L’edificio più colpito è quello della trattoria: un albero è entrato nello stabile, ora completamente inagibile, sfondando l’ingresso. L’immobile ha infatti bloccato gran parte di fango e detriti arrivati da pochi metri più in su: “La trattoria adesso non c’è più. Noi aspettiamo di ripartire”, dice la proprietaria dell’immobile mentre intorno il rumore di ruspe, vigili del fuoco e volontari che segano tronchi e tolgono il fango è incessante. “È un pezzo che dico ai comuni e agli enti che serve manutenzione, ma nessuno ha fatto niente e ha pulito niente e questo è stato il risultato”. A dirlo è un signore – impermeabile blu, stivali di gomma e pala in mano – di fronte a una casa sfiorata da un altro smottamento. Sono tanti quelli che si vedono arrivando sul luogo, più o meno grandi: da alcuni punti della strada che collega Bologna a Sasso Marconi si vedono interi pezzi di collina che non ci sono più, radici di alberi senza più terreno, strade spaccate a metà. Prima di riprendere a lavorare, il signore indica il torrente che scende di fianco alle case: “Se non si fa niente, la prossima volta che piove esonda di nuovo e siamo da capo”.

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