Il potere non vuole gente pensante, ma vuole conigli e gente accomodante che pur di avere uno sgabello è disposta anche a prostituirsi”. Il procuratore della repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, risponde così alla domanda sul perché – nel corso degli anni – sono sfumate, dopo tante indiscrezioni, le sue possibili nomine prima a ministro della Giustizia e, recentemente, come capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. “La mancata nomina a ministro è ormai archeologia, ma non è importante sapere che Giorgio Napolitano non ha voluto, è importante sapere chi è andato da Napolitano per dirgli di non farmi ministro, che è un’altra cosa”, ha aggiunto Gratteri parlando dal carcere di Opera, in uno degli incontri del suo tour milanese organizzato dall’associazione “Su la testa” presieduta dall’ex consigliere regionale lombardo, Luigi Piccirillo. “Io per la mia natura e per il mio lavoro sono allenato a essere un decisionista. Per me – ha sottolineato il magistrato calabrese – la mediazione è un accordo al ribasso, significa arrivare a una decisione che accontenta tutti e quindi la non soluzione del problema. Noi invece dobbiamo fare quello che serve, rispetto alla funzione e al ruolo che abbiamo. E questo tipo di ragionamento al potere fa paura”.

All’interno del teatro del carcere di Opera – intervenendo insieme allo scrittore e saggista Antonio Nicasio (autore insieme a Gratteri del libro “Fuori dai confini – La ‘ndrangheta nel mondo”, edito Mondadori) e alla testimone di giustizia ed ex deputata Piera Aiello in un incontro moderato dal giornalista de ilFattoQuotidiano.it, Giuseppe Pipitone – il procuratore capo di Catanzaro è intervenuto anche sul tema del 41bis: “Da un po’ di anni è in corso una sorta di smobilitazione della legislazione antimafia e del sistema carcerario partendo dal mantra che le mafie non ci sono più, Cosa Nostra non c’è più, e che quindi non c’è più pericolo e bisogna abolire il 41 bis”, ha detto Gratteri. “Il 41 bis non è un sistema penitenziario tipo Guantanamo”, sottolinea il magistrato: “Chi è detenuto al 41bis, dal punto di vista astratto, sta più comodo di chi è all’alta sicurezza o tra i comuni. Chi è al 41bis – conclude Gratteri – sceglie di continuare a stare lì perché ha la possibilità, collaborando, di uscirne subito”.

Articolo Successivo

C’è mafia senza politica? Quanto la criminalità pesa ancora alle urne

next