Un gol da toscano contro la Fiorentina… il primo gol in A, un macigno sulla permanenza dei viola in A. Trenta anni fa, il 16 maggio, il primo gol di Federico “Chicco” Pisani: di testa contro una inguaiatissima Fiorentina alla quartultima giornata. Primo gol alla prima da titolare in A per Chicco, che ha 19 anni, qualche spezzone di gara e l’etichetta del predestinato sulle spalle. Di Castelnuovo in Garfagnana, in provincia di Lucca, svelto di gambe e di idee: ragazzo intelligente e bravo a scuola, bravissimo in campo come attaccante brevilineo, capace di saltare l’uomo ubriacandolo di finte e dribbling e di far gol col suo bel destro, oggi forse ricorderebbe Mertens.

Le sue qualità gli valgono un provino col Torino e poi dopo essere passato dal Margine Coperta arriva nelle giovanili dell’Atalanta a disposizione di Cesare Prandelli in una covata eccellente, dove trova un altro attaccante niente male quanto a dribbling e finte, Mimmo Morfeo, e giovanotti come Tacchinardi, Pavan, Viali. Quella Primavera vince Torneo di Viareggio e scudetto. E nella stagione 1991/92 Bruno Giorgi in panchina, in una stagione dove la salvezza non è mai stata in discussione, lo manda in campo per la prima volta a 17 anni, qualche minuto contro il Cagliari. Giocherà altri scampoli di gara, e troverà qualche spazio anche nella stagione successiva, quando l’Atalanta va fortissimo agli ordini di Marcello Lippi: Chicco ha davanti gente del calibro di Maurizio Ganz e Carlo Perrone, ma c’è pure Ivan Valenciano che non è granché e allora Lippi lo getta nella mischia, fino alla prima da titolare contro la Fiorentina, dove Chicco fa anche gol.

Troverà meno spazio nella stagione successiva, con Guidolin in panchina, e allora viene mandato in cadetteria, al Monza a farsi le ossa: gioca 21 partite, regala diversi assist ai compagni e segna due gol, uno contro il Ravenna in una gara che finirà 2-1 per i romagnoli, con doppietta di un futuro compagno di Chicco, Bobo Vieri. Il Monza retrocede in C, lo stesso ha fatto l’Atalanta, finendo in B: in panchina arriva Mondonico, che i calciatori talentuosi li apprezza tanto, e infatti punta su Pisani, che giocherà spesso, troverà il gol una volta, ma regalerà diversi assist ai compagni in una stagione che culmina col ritorno in A.

È una squadra “terribile” quella che viene allestita per Mondonico: ci sono Bobo Vieri, Paolo Montero, Marco Sgrò, Mimmo Morfeo. E a novembre la Dea è addirittura terza, con Pisani che gioca spesso e molto bene. Un gol al Bari per una vittoria al San Nicola, un gol alla Roma che porta i nerazzurri a vincere in rimonta, il gol decisivo per un pareggio a Piacenza, gol alla Cremonese e un gol decisivo contro il Cagliari nei quarti di Coppa Italia. Arriverà in finale l’Atalanta di Pisani, ancora una volta contro la Fiorentina, che però stavolta vincerà. Nella stagione successiva Federico avrebbe dovuto far parte di un’Atalanta ancora più esplosiva: con Pippo Inzaghi e Gigi Lentini oltre a lui e Morfeo, ma si infortuna gravemente e quindi dopo sole due presenze deve rimandare ogni discorso al girone di ritorno.

Qualche spezzone, come a inizio carriera, e Chicco è pronto per ritornare a pieno ritmo. Non accadrà purtroppo: il 12 febbraio del 1997, mentre è in auto con la sua fidanzata e due amici, perderà il controllo dl mezzo. Pisani e Alessandra Midali, la fidanzata, muoiono nell’impatto. A Bergamo sono increduli, il capitano Fortunato ripete che “era qui che si cambiava con me ieri”, il patron Ivan Ruggeri – che per i giocatori è come un padre – non si dà pace: “Ce l’hanno chiesto tante squadre…forse se l’avessimo ceduto…”. Mondonico rifiuta di crederci. Ai funerali ci sono 4mila persone, e la società ritira la numero 14. Nella gara successiva c’è la maglia a bordocampo, l’Atalanta vince contro il Vicenza con doppietta di Inzaghi e rete di Foglio. Ai gol non c’è gioia, ma solo lacrime e baci a quella maglia sotto la curva, con un arbitro intelligente e non pedissequo esecutore di regolamenti, che evita gialli e richiami inutili. Trent’anni fa il primo gol in A di Pisani, chissà quanti altri ne avrebbe fatti.

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