È stato arrestato il sospetto killer – un 21enne, secondo le prime informazioni – che ieri sera ha ucciso otto persone e ne ha ferite altre 13 in una serie di sparatorie avvenute vicino a Mladenovac (Belgrado): a riferirlo sono i principali notiziari del Paese. L’uomo aperto il fuoco con un’arma automatica da un veicolo in movimento, per poi darsi alla fuga. Sette dei feriti versano in gravi condizioni. Tra le vittime, secondo alcune testimonianze, anche un agente di polizia e sua sorella. Le forze dell’ordine hanno circondato l’area in cui ritenevano che il killer potesse nascondersi, mobilitando elicotteri e droni, mentre gli agenti hanno continuato a perquisire il territorio fino ad arrivare all’arresto.

Il ministro degli Interni ha definito gli attacchi “un atto di terrorismo“: si tratta della seconda strage registrata nel Paese in pochi giorni. Solo mercoledì scorso, infatti, un ex allievo ha sparato in una scuola della capitale uccidendo nove persone, otto studenti e una guardia giurata, e ferendo altri sei ragazzi e un’insegnante. Sebbene in Serbia circolino ancora molte armi, residui dei conflitti degli anni ’90, le sparatorie di massa hanno rappresentato finora un caso estremamente raro. Da ieri però le autorità hanno rafforzato i controlli.

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