Ancora una strage negli Usa. Un uomo, molestatore sessuale, ha ucciso sei persone sparandogli alla testa. Le vittime sua moglie, i suoi figli adolescenti Rylee e Michael, 17 e 15 anni, insieme ad altri tre ragazzini, prima di uccidersi. Un massacro quello commesso da Jesse McFadden, 39 anni, in Oklahoma, che al momento non ha un movente. L’uomo ha aperto il fuoco mentre il gruppo di ragazzi era insieme per un pigiama party. Secondo le prime ricostruzioni, il 39enne avrebbe sparato più volte alla testa delle vittime con una pistola 9mm all’interno della sua proprietà, per poi spostare i corpi in una zona boschiva vicino casa. Subito dopo averli portati fuori: il suicidio. Almeno si presume, ma la polizia ancora non vuole confermare questa teoria e non vuole dire se l’arma con cui è stata commessa la strage sia stata recuperata dagli agenti.

La sparatoria è avvenuta dopo che l’uomo ha inviato – come riporta Associated Press – una serie di messaggi di testo alla sua vittima poche ore prima dell’inizio del suo processo con l’accusa di aver sollecitato e posseduto immagini di abusi sessuali su minori dicendo che era determinato a non tornare in prigione. L’uomo rischiava una tra i 10 e i 20 anni e aveva già scontato una pena per reati sessuali. Le autorità avevano avviato una ricerca dopo che McFadden non si era presentato lunedì al processo con giuria ed è così che stata scoperta la strage. Ora i familiari delle vittime si chiedono perché McFadden, condannato nel 2003 per stupro di primo grado nell’aggressione sessuale di una 17enne, fosse stato liberato in anticipo, in parte per buona condotta, nonostante le nuove accuse.

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