Tensione ancora alta tra Italia e Francia dopo l’attacco mediatico a Giorgia Meloni da parte del ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin (“Incapace di risolvere i problemi migratori”) e l’annullamento della visita a Parigi del capo della Farnesina Antonio Tajani, in programma per venerdì. Dal governo transalpino si cerca di gettare acqua sul fuoco: “Non c’era nessuna volontà di ostracizzare l’Italia in alcun modo, voglio rassicurare gli italiani che ci guardano”, ha detto al canale CNews il portavoce Olivier Véran. Poco dopo, su Radio Rmc, interviene il ministro delle Finanze Gabriel Attal: “Penso che questo incidente sarà molto presto alle nostre spalle, perché la Francia ha troppo bisogno dell’Italia e l’Italia ha troppo bisogno della Francia su tutti i temi, e, singolarmente, sulla questione dell’immigrazione”, rassicura. Anche l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, si dice “sicuro che queste difficoltà saranno superate”.

Da Roma però la questione non sembra superata affatto: l’attacco di Darmanin “lascia esterrefatti, è un fulmine a ciel sereno, una raffica di insulti gratuita. Pretendiamo rispetto”, dice Tajani in un’intervista al Corriere. E più tardi, in collegamento con La7: “Non posso accettare come rappresentante degli italiani che la mia nazione, la mia patria, venga offesa senza alcun motivo“. Ancora a Sky: “Evidentemente il ministro dell’Interno ha voluto boicottare le relazioni tra Italia e Francia. Ora serve una scelta chiara da parte della Francia, una presa di distanza del presidente dalla posizione del ministro dell’Interno. Qualche segnale sta arrivando ma deve essere chiaro che la Francia non la pensa come Darmanin”. In particolare, Tajani definisce “insufficiente” il “tiepido” comunicato emesso ieri sera dal ministero degli Esteri di Parigi: “Le offese sono state talmente forti che meritavano una risposta”, incalza. Da Palermo rincara la dose il ministro degli Affari europei Raffaele Fitto: “Devo dire che è stata una vera e propria caduta di stile. Ed è anche molto grave e fuori luogo che per coprire tensioni interne si possano utilizzare polemiche esterne. Penso che non aiuti né l’Italia né la Francia, né l’Europa che un ministro possa immaginare un attacco frontale così sguaiato“.

Tajani stigmatizza in particolare la definizione usata dal ministro francese per riferirsi all’esecutivo Meloni, “un governo di estrema destra scelto dagli amici della signora Le Pen“. “Non abbiamo niente a che fare con la signora Marine Le Pen”, replica il capo della nostra diplomazia. “Io non sono stato eletto con i suoi voti, noi siamo stati eletti con i voti dei moderati e dei conservatori. Giorgia Meloni è la presidente dei conservatori europei e Le Pen non sta con i conservatori. Noi non abbiamo nulla a che fare con lei, siamo popolari”. Una presa di distanza un po’ troppo netta per la Lega, che al Parlamento europeo fa parte di Identità e democrazia (Id), lo stesso gruppo del Rassemblement national fondato da Le Pen: “Noi siamo orgogliosamente amici e alleati di Marine Le Pen e Jordan Bardella (il presidente del Rn, ndr) che oggi rappresentano il primo partito di Francia e, soprattutto, non insultano l’Italia, il suo governo ed i suoi cittadini”, fanno sapere in una nota gli eurodeputati del Carroccio Marco Zanni e Marco Campomenosi.

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