Vittime di abusi o ricatti, ma in alcuni casi anche “carnefici” dei loro coetanei. I dati della Polizia postale, in vista della Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia che ricorre il 5 maggio restituiscono in una fotografia di vecchi reati e nuovi fenomeni. Per esempio nel 2022 sono stati 132 i minori vittime di sextortion. Un fenomeno di solito rivolto al mondo adulto, che minaccia bambini e ragazzi con curiosità sessuale e li trasporta in un incubo fatto di ricatti, richieste insistenti di denaro e minacce di distruggere la reputazione, diffondendo sui social immagini sessuali autoprodotte. Tutto inizia con qualche scambio di battute con profili social di coetanei, si passa poi alla messaggistica, si avviano video chat e le immagini si fanno più spinte e riservate. Nei giorni seguenti, il martellamento online include la richiesta di somme di denaro anche esigue (30,50,100 euro), ultimatum e scadenze alle quali le vittime devono attenersi se non vogliono che il materiale sessuale venga diffuso online. Le vittime si sentono in trappola tra la vergogna e il terrore della diffusione delle immagini intime. Poco più che bambini, spiega la Polizia Postale, i minori vengono agganciati da adulti pedofili su socialnetwork, su app di videogiochi, sulla messaggistica istantanea per parlare di sesso, per proporre scambi di immagini intime, per avvicinare, fino ad un incontro, le piccole vittime.

Da qualche anno si osserva una progressione nel numero dei casi in cui i minori diventano protagonisti di casi di detenzione e diffusione online di pedopornografia: nel 2022 sono stati 150 i ragazzi segnalati all’autorità giudiziaria come autori di reati gravi, erano appena 20 nel 2016, 49 nel 2021: sono quindi triplicati in un anno. Sono quasi sempre maschi, sottolinea la Polizia Postale, con un’età media di circa 15 anni, incuriositi dalla ricerca di materiale sessuale, incappano in circuiti informali online dove accedono ad ogni tipo di materiale illegale tra cui quello che riguarda abusi sessuali su minori, non disdegnano di condividere con altri utenti per inconsapevolezza, goliardia e superficialità.

Nel 2022 sono stati 2622 i siti contenenti immagini pedopornografiche oscurati e resi irraggiungibili agli internauti italiani. I siti, spiega la Polizia postale, contengono immagini di violenze su bambini e vengono oscurati per evitare che le immagini di abuso continuino a circolare, favorendo la commercializzazione del danno subito dalle piccole vittime e alimentando nuovi abusi sui minori. Nel 2022 sono 1.466 le persone denunciate per aver scaricato, condiviso e scambiato foto e video di abuso sessuale di minori mentre sono 299 le persone denunciate già dopo i primi tre mesi del 2023. Le persone che vengono identificate come responsabili di reati legati alla pedopornografia, spiega la Polizia Postale, “sono spesso uomini, italiani, incensurati e con un’età media inferiore ai 50 anni”. Nei primi tre mesi del 2023 sono già 56 i minori di età inferiore ai 13 anni adescati in rete, mentre sono 34 le vittime adolescenti (14-16 anni). Nel 2022 i casi di adescamento erano stati 430.

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