Matteo Renzi giura che la trattativa Stato-mafianon c’è mai stata“. E annuncia il pezzo forte del primo numero del Riformista da lui diretto, in edicola il 3 maggio: un articolo in cui si immagina che Roberto Scarpinato “chieda scusa” a Giorgio Napolitano, l’ex presidente della Repubblica chiamato a testimoniare nel processo di primo grado. “In questi giorni è uscita una notizia incredibile. La trattativa Stato-mafia, su cui per dieci anni ci hanno raccontato un sacco di menzogne, non c’è mai stata”, dice il leader di Italia viva a Cinque minuti, nel salotto post-Tg1 di Bruno Vespa. L’ex premier si fa forte della sentenza della Cassazione che il 27 aprile ha assolto “per non aver commesso il fatto” gli ex vertici del Ros dei Carabinieri – Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno – e il braccio destro di Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri, dall’accusa di minaccia a un corpo politico dello Stato. Ma anche se secondo i giudici non ha rilevanza penale – perché, dicono, non si trasformò mai in un ricatto al governo – l’interlocuzione con i boss per far cessare le stragi del 1992 e 1993 è stata accertata e confessata davanti alla Corte d’Assise di Firenze dagli stessi militari, che per descriverla usarono proprio il termine “trattativa”.

Renzi poi se la prende con Scarpinato e pretende da lui, per motivi non precisati, delle scuse “retroattive” a Napolitano. “Noi immaginiamo un discorso – che non farà mai nessuno – di scuse a Giorgio Napolitano. In Parlamento c’è un senatore che si chiama Scarpinato, che è stato uno dei protagonisti della vicenda della trattativa ed è stato eletto “casualmente” dai Cinque Stelle: noi immaginiamo nel pezzo di domani del Riformista che lui chieda scusa a Napolitano. Secondo me non lo farà…”, attacca Renzi. Il riferimento è all’udienza del processo di primo grado in cui, il 28 ottobre 2014, i pm palermitani si recarono al Quirinale per ascoltare la testimonianza dell’allora capo dello Stato sulla lettera in cui il suo ex consigliere giuridico, Loris D’Ambrosio, confidava di essersi sentito “utile scriba” di “indicibili accordi”. Un’audizione che potè tenersi soltanto dopo uno scontro istituzionale senza precedenti, in cui il Colle trascinò la Procura di fronte alla Corte costituzionale sollevando un conflitto di attribuzione che portò alla distruzione delle telefonate tra Nicola Mancino. Ma Scarpinato con quella vicenda non c’entra nulla: l’attuale senatore M5s non ha mai seguito l’inchiesta e neanche il processo di primo grado sulla Trattativa, visto che all’epoca era procuratore generale di Caltanissetta e si trasferì nel capoluogo siciliano solo quando il processo era già arrivato in Appello.

Nel secondo appuntamento in poche ore con Vespa, questa volta a Porta a porta, Renzi rincara la dose e pretende le “scuse” anche dal direttore del Fatto Marco Travaglio: “Chi ha paura del Riformista? Forse hanno paura che facciamo qualche polemicuccia? La faremo, tutte le sere Travaglio in tv racconta che c’era la trattativa Stato-mafia. La trattativa non c’è stata e non lo ha detto Renzi, lo ha detto la Cassazione”, insiste. “A questo punto mi aspetterei che dopo dieci anni Travaglio venisse in televisione e dicesse “scusate, ho sbagliato“. Siccome lui non lo farà, domani metteremo una foto gigantesca sul Riformista realizzata con l’intelligenza artificiale con Travaglio in ginocchio che chiede scusa a Napolitano”, afferma.

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