Se perfino il duo artistico di sound maker, tra i più celebrati al mondo, Alvin Curran e Marcus Schmickler, chiudono la loro performance con la trombetta Forza Napoli vuol dire che la febbre dello scudetto continua a salire. Certo Zweigstelle Capitain, la Gagosian teutonica, che ha scelto il monumentale Palazzo Degas, che si affaccia su Piazza del Gesù, l’ olimpo del centro storico, non poteva immaginare la coincidenza.

Siamo alla vigilia della festa più attesa, la madre di tutte le feste di campionato. Ma anche la più temuta. Riunioni fiume, in triangolazione prefetto/Manfredi/Sangiuliano. Musei chiusi la domenica, no, contro/ordine aperti fino alle 14. Quando scatta il “coprifuoco” scuderiale. La città si blinda. Divieto di circolazione a macchine e ogni mezzo su due ruote ( anche le biciclette?). Sale anche la tensione, anche se nel momento in cui scriviamo la città sempre ovattata da un silenzio surreale. Pronto il piano dei soccorsi. Medici e sanitari interverranno anche a piedi. Per l’abilitazione richiesto il certificato di maratoneta (consentitemi la battuta).

Amodio, il negozio di ghiottonerie aperto sette giorni su sette e Giorgio, il boss della frutta ( come da insegna) di Via Egiziaca a Pizzofalcone, costretti a chiusura forzata, sorridono e mostrano lo scudetto con il profetico TRE che con Luciano il tappezziere hanno finito di verniciare. Ognuno vuole dare il suo contributo da tifoso. Non è stato risparmiato nulla dall’invasione azzurra, dalla colonnine anti/sosta selvaggia agli striscioni svolazzanti da un balcone all’altro a mo ‘di panni appesi. “E’ come il lockdown…”. Si, vabbè ma al posto del Covid una tifoseria esagitata e urlante che sciama per la città. E si mescola con il flusso massiccio dei visitatori di Comicon, il festival dedicato ai fumetti e all’intrattenimento a 360 gradi. Piu’ intrattenimento di cosi’, location Fuorigrotta, la stessa dello Stadio Maradona. E Napoli scoppia anche di overturismo con camere con vista sulla festa vendute a peso d’oro fino a 2000 euro. Tre coincidenze non volute: la buona stella che brilla sul sindaco Manfredi riuscirà a indicare la via del celafaremo?

E the President Aurelio De Laurentiis dove vedrà il derby? Ovviamente allo stadio, ma ci arriva blindato anche lui, per le minacce che ha ricevuto dagli ultras che per sacrosanti motivi di ordine pubblico non possono mettere piede e striscioni offensivi per gli avversari dalla curva B. I suoi riti scaramantici sono: sempre gli stessi abiti ( a secondo della stagione), sempre lo stesso ristorante di pesce Coco Loco a Via Cappella Vecchia, con i soliti quattro amici (Acquaviva, Iannotti, Pecci e Carriero). La festa dopo-scudetto naturalmente in privato. Anche il ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, non andrà allo stadio se la vedrà in tivù.

Erri De Luca, tifa Napoli per affinità elettiva, ma non segue il calcio. Anche se ricorda benissimo ill fotografo cult dei precedenti scudetti ( che saranno celebrati in una mostra “Era di maggio…’87, ’90”). È Luciano Ferrara che girava dentro le manifestazioni agitate degli anni ’70. “I suoi scatti in biancoenero erano termometri, fissavano la temperatura al suolo della città di allora. Poi c’è la foto presa di spalle di un ragazzo argentino che sale i gradini di uno stadio di calcio. Quei pochi passi cambiano l’orologio di Napoli. Prima era in ritardo, andava indietro. Subito dopo eccolo segnare un’ora in anticipo sul tempo. Napoli ha avuto un suo fuso orario indipendente dal resto d’Italia. Quei gradini saliti alla svelta la scaraventano nel suo futuro. Rivedo il fotogramma e riconosco una profezia”, conclude Erri.

All’angolo della balconata di Palazzo Reale appostato il regista Paolo Sorrentino pronto per il ciac.

P.S. 1) Ricordo personale, mio figlio quasi diciottenne, mi chiede di andare allo stadio. Era la sua prima volta. Chiedo alla segretaria di De Laurentiis un biglietto in tribuna. Uno solo per lui. Era un match importante, biglietti introvabili. Istruisco il ragazzo: se il Napoli vince vai a salutare il presidente e lo ringrazi da parte mia. Se perde sparisci, per non essere additato come porta/sfiga. E io come la madre del menagramo.
P.S. 2) Capri, cena da Mammà con Aurelio e Martha De Laurentiis: “Ma come non sei allo stadio a vedere il Napoli?”, chiesi al presidente. “No, mi porta buono, vederlo in tivù’”, fu la sua scaramantica risposta.

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