Oggi gestisce una scuderia che vale mezzo miliardo di euro e che vanta al suo attivo calciatori come Haaland e Pogba. È la Signora del calciomercato. Ma affermarsi in un mondo come quello del calcio non è stato facile: a raccontarsi al Corriere della Sera è Rafaela Pimenta, avvocata di origini brasiliane, che ha raccolto l’eredità della società One di Montecarlo, fondata da Mino Raiola, il celebre procuratore scomparso un anno fa, il 30 aprile 2022.

L’ascesa dell’avvocata nel mondo del calcio parte dall’incontro proprio con Raiola avvenuto in Brasile: il punto di contatto è il compagno di Pimenta, che le chiede di dare un aiuto legale per una società calcistica di Rivaldo e César Sampaio. “Vado nel loro ufficio e c’è uno seduto che fumava come un matto e fa mille domande. Litighiamo, perché lui vuole saperne più di me. Passano un paio di mesi e mi richiama: vuoi lavorare con me? Non volevo, perché avevo già una bella posizione. Poi ho ceduto. E lì è cominciato tutto. Ho lasciato il Brasile e sono arrivata in Europa”. Inizia così il suo percorso come procuratrice sportiva, al fianco di quello che lei definisce “un rivoluzionario, che ha cambiato il modo di fare l’agente, mettendo il calciatore al centro”. La coppia continuerà a lavorerà insieme per ben 27 anni: “Eravamo diversi, una coppia di matti, ma allineati”.

Un’avventura, quella nel mondo del calcio, che non è stata immune da problemi: “Mi hanno insultata molte volte. In molti pensano che le donne siano inferiori: alcuni la usano come strategia, altri lo pensano davvero. Una volta in Italia un dirigente mi ha detto: ‘Ma davvero sei un avvocato? Pensavo fossi una prostituta brasiliana’. Gli ho risposto: ‘Se anche lo fossi, tu dovresti comunque pagare il premio al mio assistito'”. Ed è per questo che Pimenta auspica un giorno il raggiungimento di una vera parità di genere, anche nel mondo del calcio: una parità “salariale, gestionale e di riconoscimento”.

Un mondo difficile, che la procuratrice sportiva tuttavia non ha mai abbandonato, nemmeno nei momenti di maggiore scoramento: “C’è stato un momento, durante la malattia di Raiola, in cui ho pensato di smettere – racconta – Ma non era giusto. Non lo era per me, per i nostri assistiti, per le persone che lavoravano con noi, per Mino”. Dopo la morte dell’agente sportivo, sono arrivate numerose le offerte di altri procuratori per rilevare la società: ma per Pimenta sono state solo “tentazioni a cui non ho mai ceduto”.

E alla domanda su Erling Haaland, il calciatore su cui attualmente sono puntati tutti i riflettori, risponde: “Vi dico non quanto costa, ma quanto vale: sarà il primo calciatore a valere un miliardo. Pensate all’indotto che genera, a soli 22 anni: trofei, sponsor, marketing, social, contenuti. Quanto può portare a un club? Non solo nel mondo cosiddetto reale, ma anche nel digitale. Sarà il primo campione del metaverso. Il futuro è lì. Lui ha tutto: forza, umiltà. Ma la sua vera forza è la normalità. Il suo segreto è la famiglia: il padre, ex calciatore, lo ha aiutato moltissimo. Batterà tutti i record“.

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