Nuova uscita al centro dal Pd dopo l’elezione di Elly Schlein alla guida della segreteria. Ad annunciare il suo addio, dopo la cocente sconfitta alle ultime elezioni politiche nel collegio di Livorno, è l’ex senatore Andrea Marcucci: “Non ho semplicemente rinnovato la tessera del partito per il 2023, poi magari tra 6 mesi decido di riprenderla”, ha detto l’ex capogruppo dei Dem lasciando quindi aperta la porta nei confronti del partito.

Porta che potrebbe servire, secondo quanto trapela da fonti di Italia Viva, come punto di contatto tra il Partito Democratico e un ipotetico nuovo Terzo Polo una volta che si sarà raffreddato lo scontro tra Calenda e Renzi. “In Toscana lasciano Massimo Mattei, già assessore comunale a Palazzo Vecchio con Renzi, e Andrea Marcucci, già presidente dei senatori Pd – dicono – Ma se Mattei entrerà direttamente in Italia Viva, Marcucci dovrebbe rafforzare l’ala liberale del Terzo Polo. E non a caso il suo primo appello è stato a costruire una federazione. Matteo Renzi è concentrato in queste ore sul numero zero de Il Riformista, ma si aspetta nelle prossime settimane ulteriori arrivi anche alla luce del grande successo nelle ultime ore della campagna di tesseramento”.

Marcucci spera quindi di ritagliarsi un ruolo da trait d’union, tanto che nelle sue dichiarazioni con le quali annuncia la volontà di non rinnovare la tessera non si pone mai in maniera eccessivamente critica nei confronti della nuova segretaria Dem: il partito, ha detto, “nel corso degli anni ha espresso tante cose interessanti. Speravo in un partito espressione di un riformismo moderno. Oggi però la sua guida, scelta con meccanismi elettorali pienamente legittimi, è molto distante da quello che penso. Per questo non ho rinnovato la tessera. Con Elly Schlein ci siamo sentiti, penso che riuscirò ad incontrarla nei prossimi giorni perché voglio spiegarle la mia scelta in chiave costruttiva e in una logica di prospettiva. Le riconosco una funzione importante, chi meglio di lei può essere competitiva con i Cinquestelle? Un’alleanza per contrastare il centrodestra può nascere solo con i Cinquestelle ridimensionati. E lei questa funzione la può svolgere”.

Ma sulla possibile federazione dei riformisti, il ‘Terzo Polo’, Marcucci per il momento frena, senza comunque escluderla: “Renzi e Calenda hanno fatto il passo più lungo della gamba. Bisogna puntare alla federazione, come accade in Francia nell’area liberaldemocratica, non al partito unico. La litigata tra i due galli nel pollaio è ancora troppo recente, quindi l’ipotesi adesso appare un po’ complicata. Però abbiamo il dovere di lavorarci e io sono un inguaribile ottimista”.

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