La pompa di carburante era talmente cara che neanche i suoi proprietari la usavano per rifornirsi: è la storia dei fratelli Centrone e della loro stazione di servizio Ip a Trani, in cui si vendeva un litro di benzina a 2 euro e 34 centesimi, mentre uno di diesel costava 2 euro e 44. Prezzi esorbitanti che garantivano ai gestori un margine di tre centesimi al litro. Tanto che uno dei due fratelli ha ammesso, in un’intervista dell’emittente Telenorba: “Sono il primo a non fare benzina qui“.

Nei giorni scorsi, la Ip ha risolto il contratto di somministrazione e comodato d’uso dell’impianto, presentando un ricorso al Tribunale per tornare in possesso della struttura. Secondo la società, i fratelli Centrone hanno violato le clausole del contratto: “La gestione, a decorrere dal 2019, ha deciso di non attuare le azioni promozionali proposte da Ip. Il ricorso è stato presentato in quanto la gestione si è resa reiteratamente inadempiente con riferimento ai più basilari obblighi contrattuali”. I due gestori hanno chiesto di proseguire a lavorare presso la pompa di benzina, adeguando i prezzi del carburante a quelli del mercato. Il 5 giugno il giudice dovrà valutare se la risoluzione dell’accordo sia legittima o meno. Per adesso, la stazione di servizio è stata chiusa.

Articolo Precedente

Le regole di Ita per il personale: “La ricrescita dei capelli tinti non deve essere visibile. Uomini senza orecchini e con barba corta”

next
Articolo Successivo

Sicurezza, diffusi nelle città volantini del Ministero che invitano a lasciare casa per controlli. Ma è una truffa

next