Pochi giorni fa, il Ministero della Salute ha segnalato il richiamo dal mercato di due lotti di una salsa di tahin. Si tratta di un tipo di salsa chiamata anche “burro” o crema di sesamo. La tahin – o tahina – si ricava dai semi di sesamo tostati e triturati, ed è molto gradita agli amanti della cucina vegana, grazie anche al suo gusto delicato che ricorda un po’ quello delle noci. La salsa di sesamo oggetto del richiamo è quella biologica a marchio “dmBio”. Il motivo? È stata riscontrata la presenza di Salmonella Montevideo. Il prodotto segnalato è venduto in vasetti da 250 g con i termini minimi di conservazione (Tmc) 21/02/2025 e 25/02/2025, corrispondenti ai numeri di lotto. Qualcuno si meraviglierà nello scoprire che la salmonella, uno dei più importanti agenti patogeni di origine alimentare, sia presente anche nei vegetali visto che è spesso citata come contaminante di prodotti di origine animale. Di fatto, il patogeno è presente nell’ambiente e si possono verificare condizioni che favoriscono la sua presenza anche nei vegetali.

Ricordiamo che la salmonella causa ogni anno milioni di casi di febbre tifoide, miliardi di casi di gastroenterite e, purtroppo, migliaia di morti, specie in bambini, immunodepressi e persone fragili. Il fenomeno è ben conosciuto visto che già un paio di anni fa, l’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e l’ECDC (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) hanno pubblicato il rapporto “Focolai multinazionali di più sierotipi di Salmonella enterica legati a prodotti importati a base di sesamo”.

Ma come si può evitare questo tipo di contaminazione? In genere con un prolungato lavaggio in acqua corrente e applicando trattamenti termici in fase di produzione. Tra i fattori che favoriscono la diffusione nell’ambiente troviamo la contaminazione delle acque di irrigazione per percolazione dei liquami zootecnici o umani. Da sottolineare infatti che l’habitat preferito delle salmonelle è il tratto intestinale di uomo e animali, in particolare avicoli e suini, da qui la raccomandazione di mangiare queste carni solo dopo averle cotte; mentre casi più rari si hanno da contaminazioni fecali dirette o degli impianti.

Ci dobbiamo preoccupare quindi anche di consumare altri prodotti contenenti sesamo, come biscotti, crackers o altri panificati?
“Per questo tipo di prodotti possiamo stare sicuri perché se il sesamo è aggiunto nell’impasto prima della cottura, il trattamento termico ad alte temperature (sopra i 70°C ) inattiva completamente la Salmonella”, ci rassicura la dottoressa Stefania Ruggeri, ricercatrice Crea e docente alla facoltà di medicina dell’università di Roma Tor Vergata.

I controlli sono sufficienti per evitare contaminazioni e infezioni da salmonella?
“Dovrebbero, ma il suggerimento è di utilizzare alimenti prodotti nei Paesi della Comunità Europea dove le leggi sono più stringenti. Un’allerta particolare va data alle donne in gravidanza, in allattamento e ai bambini: consumare solo alimenti ben cotti, per evitare la contaminazione da Salmonella e altri batteri”.

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